BE A BEAR
Be a Bear viene da Bologna e nasce qualche mese fa da un’idea molto semplice: usare mezzi alla portata di tutti, in questo caso il web, i social e soprattutto un iPhone, per creare video e musica. Un sound elettronico dalle influenze rock a cui l’orso associa una scelta di immagini che diventano la voce, il catalizzatore dei suoi brani con una coerenza tale che pare provengano direttamente dalla musica stessa.
Un cerchio che si autoalimenta, in cui il motore sono le emozioni e le esperienze di vita che da essa scaturiscono e che a loro volta sono carburante del tutto ecologico per creare qualcosa di semplice e molto efficace.
Be a Bear è un nome totemico le cui radici s’infilano in un viaggio fatto in Canada a contatto con il popolo indiano, la tribù dei Mohawk, il clan dell’orso; un popolo che non ha mai smesso di ascoltare la propria terra e Be a Bear, quando lo ascolti, è come se ti dicesse di ascoltare la Tua di terra.
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BE A BEAR nasce più o meno a caso, in un giorno non definito, solamente per pura espressione e condivisione. Dopo 15 anni e tanti concerti in giro per l’Italia con la ska-rock band de Le Braghe Corte volevo tirare fuori un pò di idee e divertirmi un pò! Come si fa a stare senza musica?! Il nome Be a Bear è un nome totemico le cui radici s’infilano in un viaggio fatto in Canada a contatto con il popolo indiano, la tribù dei Mohawk, il clan dell’orso; un popolo che non ha mai smesso di ascoltare la propria terra e da cui ho imparato vera ente tanto! L'orso è l'animale che dovrebbe venire fuori da ognuno di noi, ognuno ha un "animale" dentro, dovremmo essere tutti più animali e meno uomini!
- Come nascono le canzoni di Filippo Zironi nel suo progetto?
Ad essere sincero nascono a caso, mi faccio trasportare da quel che mi passa in quel preciso momento. Ho sempre avuto questo tipo di approccio nella musica, mi piace improvvisare e lasciarmi guidare dall'istinto, emozionarmi con quello che suono... Credo molto nel "momento" particolare della composizione, credo che ci sia qualcosa di magico. Infatti spesso tengo le prime registrazioni di una traccia anche se sono leggermente imprecise. Sono comunque le migliori, le più vere.
L'idea di Push-e-bah è nata qualche mese fa dopo aver visto un bellissimo film-documentario su imprese e avventure di alcuni alpinisti, climber, ciclisti, esploratori...gente che sta dei mesi in giro per l'America a cavallo senza incontrare persone, paesi, vita. Tutto questo in luoghi strepitosi, dove la natura regna, si impone e ti spiazza per la sua immensa bellezza. Fuori dalla sala, mentre tornavo a casa sui viali a Bologna, sognavo una parola magica che, se pronunciata, ti potesse teletrasportare in uno dei tantissimi scenari visti poco prima. E quindi ecco Push-e-bah! Push-e-bah ci ricorda che la Natura non è solo un posto da visitare ma è casa nostra! Purtroppo però con i ritmi di vita che conduciamo al giorno d’oggi, siamo tutti sempre così presi dalle nostre attività e dai nostri impegni, che quando abbiamo del tempo libero, le nostre menti si focalizzano solo sulla ricerca di svaghi, di buon cibo o di ore di meritato riposo e ci dimentichiamo di volgere lo sguardo alla perfezione della Natura. Sono convinto che spesso si possa trovare di più nei boschi che nei libri. Gli alberi e le pietre ti insegnano ciò che non si può imparare dai maestri o dai libri. E Push-e-bah è diventata per me anche un'esclamazione da pronunciare quando rimani estasiato ed emozionato dal posto in cui ti trovi. Non solo una semplice esclamazione ma anche un ringraziamento per quello che ci è stato dato e per la possibilità e il dovere che abbiamo di viverla...la NATURA!
- Da un anno a questa parte sei riuscito a postare online una canzone al mese esprimendo ciò che ti sentivi dentro. Che mi puoi dire di come si sta evolvendo questo tuo progetto?
Ho iniziato senza avere troppi obiettivi, solo per tirare fuori quello che avevo dentro. Questa leggerezza mi ha portato a pubblicare una canzone al mese senza nemmeno volerlo, non era una cosa calcolata o studiata a tavolino. Però credo che sia interessante come modo di fare musica, è più diretto, è più istintivo e comunque fai ascoltare a chi ti segue sempre qualcosa di nuovo, ogni mese gli dai una nuova "pillola"! All'inizio era solo un "giochino" o comunque una prova ma dopo poco ho capito che in realtà tutto aveva un senso e che il progetto era interessante, più che interessante! Fin da subito ho ricevuto tanti apprezzamenti è molti commenti positivi soprattutto per il fatto che era una cosa "diversa"! Questo mi ha spinto ad andare avanti e fin'ora ho avuto tante soddisfazioni, tante cose non le avrei mai immaginate all'inizio...come questa intervista! Voglio continuare in questo modo, non voglio arrivare da "nessuna parte in particolare", non mi interessano i soldi, voglio semplicemente fare musica, esprimere quello che ho dentro, lasciare qualcosa...lo stile di Be a Bear è questo!
- Amo molto la canzone Wake Up ed il video, che vorrei ricordare che è stato girato interamente con il cellulare. Che cosa volevi trasmettere con questa canzone?
Quello che cercavo era un sound dolce e spensierato che potesse far pensare a qualcosa di ordinario ma anche a qualcosa di straordinario! L'obbiettivo della canzone infatti è far riflettere sul fatto che dovremmo "prendere più seriamente certe cose", quelle cose che crediamo così piccole, quelle che spesso ci dimentichiamo perché travolti dal troppo lavoro, dallo stress e dai tanti impegni. Ma sono proprio queste piccole cose, le nostre semplici passioni, i 5 minuti che ci prendiamo per noi, che ci fanno vivere meglio, più sereni, più leggeri e soprattutto più "naturali". Sono molto legato a questa canzone e mi meraviglio ogni volta che la ri-ascolto. WAKE UP, come hai detto, è stato girato solo col mio cellulare, in una sola mattinata a Bologna. Era un esperimento che volevo fare e anche il video mi ha stupito come risultato. Be a Bear per me è uno stimolo a tirare fuori il lato artistico che c'è in me! Credo che ognuno di noi abbia dell'arte dentro basta solo lanciarsi e crederci.
Beh mi risulta difficile trovare una sola canzone perché ognuna è importante e soprattutto collegata ad aspetti intimi e importanti della mia vita. "BACK IN THE DAYS" potrebbe essere il "manifesto" di Be a Bear sia per quanto riguarda il sound che per le immagini e per il messaggio che voglio/provo a dare. Poi però c'è "MY LULLABY" che ho scritto per mia figlia, per il suo primo anno...e canta lei!!!!!Ma quanto è bella?!Mi emoziono tutte le volte che la ascolto...ma forse lo capisco solo io, è una canzone molto intima e personale, per me un capolavoro! Pensa quando la ascolterà da grande!
- Cosa ne pensi dei tuoi compari della tua città per quanto riguarda la musica? Per cosa vi distinguete e per cosa vi accomunate?
Amo Bologna e amo la musica di Bologna. Sono cresciuto artisticamente a Bologna e dico sempre che se fossi nato in un'altra città non avrei fatto niente di tutto ciò. A Bologna ho tanti amici che suonano, c'è gente bravissima, in ogni genere musicale.. Ci sono tanti locali fighi e tante situazioni dove poter suonare, tanta gente che organizza eventi. Direi che insieme a Roma (che ultimamente sta andando alla grande!) e Milano, Bologna sia tra le città più importanti a livello musicale in Italia. Con la differenza che Bologna è una città più piccola, più vivibile e alla fine tra musicisti ci si conosce più o meno tutti ed è una figata. Bologna è stata, ed è, fonte di ispirazione per tanti musicisti, ha sicuramente una forte personalità musicale, sarà per i portici, sarà per il suo stile "godereccio", sarà per i tortellini, sarà per l'aria che si respira. Ci sono un sacco di realtà bolognesi interessanti che ultimamente stanno andando alla grande, basta pensare a Godblesscomputers, Lo Stato Sociale, Osc2x, altre di B, The Hangovers, after crash, torakiki, Keaton, i Morse...tutti quanti amici e sono i primi che mi vengono in mente! Forse mi sbaglio ma a Bologna il musicista si emoziona molto, dà molta importanza all'emozione e al rapporto con le persone...c'è questa voglia di creare una certa empatia con chi ti ascolta! C'è tanta voglia di abbracciarsi, sorridendo!
In realtà io sono un chitarrista, vengo dal mondo "punk", dalla musica "suonata tutti insieme senza computer", ma ho sempre avuto un interesse per l'elettronica, mi ha sempre stuzzicato, sempre però in un'ottica "rock". L'elettronica di Be a Bear mi permette però di esprimere veramente quello che ho dentro, non lo avrei mai immaginato con questa intensità,con questa potenza... è un'elettronica semplice, una "strana" elettronica, tutta mia, e la cosa bella è che si ha un'immensa possibilità di suoni e strumenti...e essendo da solo il risultato è davvero un'espressione totale della mia interiorità! È uno spettacolo!
- Cosa hai o cosa stai programmando per il futuro?
A brevissimo (metà aprile/fine aprile) uscirà il primo album di Be a Bear che non sarà altro che una raccolta dei pezzi che ho pubblicato in questo anno...sono contentissimo e anche un pò emozionato! Forse ci infilerò dentro anche qualche inedito molto interessante quindi state sintonizzati! E poi continuerò a lavorare come ho fatto finora, mi piace, mi diverte, ho tante idee in testa e ho voglia di continuare a sperimentare cose nuove...tipo cantare! Oppure mi piacerebbe comporre da zero una colonna sonora per un cortometraggio, per un film, mi piacerebbe un sacco!!! Ah e c'è in arrivo una collaborazione con Pharrell Williams!!! Cazzata!