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ITALIAN UNDERGROUND

Section dedicated to the Italian Underground Music .

LA MUSICA NELL'OMBRA : ciò che la radio non trasmette . #5

7/8/2015

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Da un progetto strutturato sulle affermazioni di più artisti underground italiani in relazione alle domande da me propostegli , vedremo cosa diranno sulla Radio e della Radio .
Ecco le 5 domande :

# Cosa ne pensi della musica riprodotta oggi , dalle radio italiane ?
# Quanto influisce il fattore major ed il fattore etichetta indipendente ? 
# Riguardo il tuo progetto artistico , che rapporto personale hai con le radio ? 
# Ci sono mai stati dei casi in cui è stato rifiutato qualche tuo brano per il testo un po' poco commerciale o un po' troppo realista su delle tematiche sensibili e/o forti ? 
# Per concludere se hai un'opinione personale da darci in riguardo all'argomento ..

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ALESSANDRO PICCENNA – THE WER
Io personalmente non ascolto molto la radio, mi sento molto indietro sulle 'hit del momento' sia in ambito italiano che straniero. Quel poco che sento è tutto rilegato a grandi artisti presenti o storici, non c'è spazio per la musica indipendente in FM. Ed è proprio anche in questo ambito il fattore Major influisce, poiché per contratti/sponsor una canzone può essere riprodotta una decina di volte al giorno su più stazioni radio. A fine giornata, vuoi o non vuoi, che ti piaccia l'artista o meno, il genere o meno, la canzone l'hai passivamente assimilata e sai riconoscerla. Il fatto Indipendente si ritrova principalmente sulle web radio, non accessibili in macchina o scomode senza un pc. Proprio in questo ambito spesso abbiamo avuto interviste e i nostri pezzi sono stati mandati, ma non vi è paragone con l'FM. Io, e i THE WER personalmente, non abbiamo mai riscontrato problemi in ambito tematico, per delle canzoni, credo che la musica non debba essere strumentalizzata (come purtroppo è oggi nel 75% dei casi, vedi xfactor, the voice, amici) ma come questo anche in altri ambiti. Secondo me non dovrebbe neanche esserci la censura, appunto, per testi ma è anche giusto non invadere la sfera sensibile delle altre persone (parliamo sempre di un contesto radiofonico ). Un mio pensiero sull'argomento? Credo che siamo arrivati in un momento della storia in cui la musica ha abbracciato un campo che non dovrebbe mai appartenerle: l'immagine. È triste pensare ciò...
Ma con l'avvento dei social, fashion blog, vlog, youtuber etc etc...è diventato rilevante il curare la propria immagine, per dare maggiore credibilità, per 'attrarre' anche pubblico. Non da meno i 'talent' show sopracitati. Alla luce di ciò la radio mantiene ancora la ''mito" del talento prima dell'immagine. Binomio che non commutativo, a mio avviso .


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ADELE NIGRO – ANY OTHER
- La musica cosiddetta “mainstream”, commerciale, etc. viene passata in radio proprio perché tendenzialmente l’ascolto di quest’ultima funge da sottofondo: non vengono riprodotti album interi dei/delle musicist*, che richiederebbero un ascolto dei brani attento o comunque di “insieme”, ma appunto singole canzoni, come quando si mette in “riproduzione casuale” una qualsiasi playlist musicale, in modo tale che l’ascoltatore/ascoltatrice non debba concentrarsi troppo su quello che sta ascoltando - ed è anche questo il motivo per il quale di solito sentiamo pezzi orecchiabili e semplici, così da non annoiarci e rimanere sulla stessa stazione radio.
- Penso che la differenza tra major e indipendente si mostri fondamentalmente nella distribuzione: major=grandi numeri, indipendente=piccoli numeri, anche perché, almeno in teoria, le etichette indipendenti dovrebbero promuovere artisti al di là di quanto siano o meno “pop”, e quindi non prediligere forzatamente artisti/dischi/brani adatti alle radio.
- Non ho alcun rapporto "a priori" con la radio. Credo che la diffusione della musica sia una buona cosa, indipendentemente dai grandi/piccoli numeri, perciò se un mio pezzo dovesse mai passare in radio non mi darebbe fastidio. Questo dipenderebbe anche molto dal tipo di radio/programma: se si trattasse di uno spazio dedicato specificamente alla musica, ecco, lì sarei felice, perché questi programmi di solito sono ascoltati con attenzione e da un pubblico interessato - e il modo in cui si ascolta qualcosa cambia molte cose (vedi risposta 1).
-Non mi è mai successo, un po’ perché con Any Other non è ancora uscito alcun pezzo registrato, un po’ perché scrivo/canto in inglese, quindi ci sono meno persone attente al contenuto dei testi (perché è così, non prendiamoci in giro).
- La mia opinione personale è: l’importante è continuare a scrivere/suonare in maniera spontanea. Se alcuni canali di distribuzione/riproduzione etc. mainstream si interessano ad un gruppo va benissimo; ciò che non si deve fare è cambiare apposta per essere inseriti in certi circuiti, perché in tal modo si annullerebbe del tutto quel senso politico/di urgenza espressiva che la musica in generale deve (dovrebbe) avere.

CANALE SOUNDCLOUD:
https://soundcloud.com/anyotherband 


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SIMONE ROSSI – RUGGINE
- Innanzitutto, ti faccio o complimenti per l' iniziativa che hai intrapreso e ti porto i saluti da parte di tutta la band. La tua domanda riprende un argomento molto ampio ed interessante, al quale provo a dare una risposta in base alle mie ed alle nostre esperienze.la proposta musicale che puoi trovare oggi in radio è abbastanza limitata. Il fatto che oggi la musica italiana ( pop ed affini ) sia puramente un discorso economico, lo di deduce dal fatto che gli artisti che vengono proposti arrivano ormai quasi tutti dai talent show. È partita una macchina industriale che sfrutta la voracità delle persone di apparire in televisione. Le Major non hanno neanche più il " problema" di ricercare un artista da proporre in quanto la gente si presenta in massa per cercare di diventare famosi accettando incondizionatamente di fare tutto quello che viene detto loro per poi rimanere nel giro. Per questi motivi, se mi sintonizzo su quattro emittenti a caso, sentirò sempre gli stessi quatto o cinque brani riproposti allo sfinimento per cercare di farmi acquistare un disco. Esistono poi alcuni programmi interessanti che sono pochi ed a ore un pò proibitive. Fortunatamente con l' avvento di internet, sono spuntate numerose radio web che vanno a pescare da un immenso sottobosco molto attivo in Italia per quanto riguarda la musica indipendente. Queste realtà fanno poi affidamento sulle proposte delle numerose etichette indipendenti.
- Il mio rapporto personale con la radio è un po altalenante perché, purtroppo, ho sempre poco tempo da dedicare all ascolto ed alla ricerca di radio con programmi interessanti da ascoltare. So però che ne esistono molte e ben impostate , se uno è disposto a cercare ne web.
- Per quanto ci riguarda non abbiamo mai dovuto scendere a compromessi per i contenuti dei nostri brani e dei nostri dischi. Ci riteniamo molto fortunati, in quanto abbiamo sempre incontrato tante persone disponibili ed interessati al progetto ruggine in quanto tali. Non lo si fa per andare a san remo, noi nasciamo così con il nostro stile e lo manterremo. 
- La mia opinione personale è che sta tornando l' esigenza di ricercare un " gusto " nella musica. Lo vediamo quando andiamo in giro a suonare.al giorno d' oggi basta veramente poco per andare a scovare delle chicche, in Italia, che non hanno nulla da invidiare alle proposte internazionali che tanto vengono ricercate anche dagli stessi musicisti. 


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ALBERTO – IL FIUME
- Delle radio di oggi non la penso troppo positiva perché si passano determinati artisti delle Major tralasciando ottimi artisti indipendenti che ci sono nel nostro Paese.
- Il fattore major e indipendentemente Influisce in gran parte appunto, si passa la musica dei "big" e non la sola musica Buona !
- Passo...non c'è stata occasione ancora
- Quello che conta è la musica buona sia essa indie o delle major e sopratutto quella social cioè le radio hanno perso molto perché il mercato della musica si è spostato sul web da Youtube a Spotify...e quindi si ha più libertà di ascolto, cosa gradita.
"Video killed the radio star", i Buggles ci hanno visto bene...e direi lontano .


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GIOVANNI IMPARATO – CHEWINGUM 
- Di sicuro non ho mile orecchie sempre collegate per ascoltare quello che passano... Esistono come sai molte emittenti, alcune molto "standard" che giocano facile con le orecchie dell'ascoltatore, che magari non ha la musica come sua priorità, e non hanno come fulcro della loro attività propinare musica diversa da quella che già piu o meno si conosce e altre più coraggiose che si intrufolano anche nel sottobosco proponendo artisti o band meno in luce. Ma il punto è che dipende sempre dai programmi del palinsesto di una radio, dalle scelte della sua relativa redazione o dalla lungimiranza di un direttore di playlist musicali ma soprattutto dalla curiosità dell'ascoltatore che non subisce solo l'ascolto, che può variare anche dall'orario in cui ascolti l'emittente, ma va a ricercare quello che a lui più interessa. Il gioco è proprio quello, se a te piace la dubstep londinese , non puo sperare che esista una radio che passi solo quella (escludendo le web radio ovviamente) ma se scavi bene e ti informi scopri magari che il programma Musical Box su Radio 2 o Battiti su Radio 3 la prossima settimana farà uno speciale di due ore e passerà un concerto in diretta da un festival clamoroso. Come i cercatori d'oro devi sapere bene dove settacciare perchè l'oro non lo trovi al supermercato accanto ai surgelati.
- Ovvio che per le playlist generali di una radio, cioè la musica che viene selezionata settimanalmente, posizionata in alta o bassa rotazione, e spalmata sui programmi che non scelgono direttamente la musica la spinta di una major conta. Per tutti gli altri programmi che invece mettono in luce musica meno conosciuta non sempre...anzi preferiscono dar voce e spazi a produzioni indipendenti...
- "Fin qui tutto bene" A Radio 2 piacque molto Atlantic city il primo singolo di Nilo, l'utlimo disco di Chewingum, e lo inserirono in playlist, ci invitarono al programma Ottovolante a suonare un paio di brani. Radio 1 invece usò China metropolitana come sigla di una trasmissione e ci invitò per un'intervista e a suonare live dai suoi studi. Radio 3 passò Los Banditos in un programma di politica economica, la cosa mi piacque molto. Tantissime altre radio più piccole ma non meno importanti passarono i brani e mi intervistarono perchè il disco gli era piaciuto.
- No
- Se sei un ascoltatore setaccia tutto il settaciabile anche sull' internet dove esistono web radio super specifiche. Se fai musica o altro che metta in gioco te stesso vai sempre dritto e non scrivere ad hoc qualcosa che possa piacere in primis a qualcun'altro.


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