intervista a FLORESTANO: l'artista italiano, dal profilo internazionale
Il suo approccio alla vita, nomade e creativo, si riversa nello stile musicale libero e transgender: se la batteria e un vecchio pianoforte nero rappresentano spesso la scintilla da cui ha inizio il processo creativo, più in generale qualunque tecnica - analogica o digitale che sia - può dar vita alle sue composizioni, e così persino un cucchiaino immerso in una tazza di the troppo zuccherato può trasformarsi nel beat che anima un suo brano.
Florestano è oggi titolare della ‘Kowloon records’ (dal nome di un quartiere di Hong Kong in cui ha vissuto), eclettica label da lui fondata a Londra con lo scopo di produrre artisti da tutto il mondo e creare continue possibilità di contaminazione.
La stessa etichetta darà alle stampe il nuovo disco dell’apolide artista - in uscita il 10 luglio 2015 - che prenderà il nome di “noh”. Il titolo, che fa riferimento ad un’antica forma di teatro giapponese in cui lo spettatore può dare un’interpretazione personale di ciò che sente e vede, è una forma artistica elegante, ma allo stesso tempo ambigua: un po’ come le sensazioni che florestano intende rievocare attraverso la sua nuova fatica discografica.
Si tratta di un segreto, mi dispiace.
2- Esperienze trasgressive nella tua vita (es. fuga da casa,..)?
Tutt'altro, sono sempre stato bene a casa! la vita mi ha portato a viaggiare molto e in alcuni periodi moltissimo. in realtà credo che le sensibilità artistica migliore si esprima nella normalità. Non sono esattamente il tipo artista maledetto che striscia ubriaco fuori dal locale, non sempre almeno.
3- Sei stato da sempre un nomade o hai cambiato spesso stile di vita e influenze musicali?
I viaggi sono quasi sempre stati una parte centrale della mia vita; quasi sempre ti arricchiscono e volte ti impoveriscono. le mie influenze musicali sono estremamente stratificate. quando mi innamoro di un artista piuttosto che di una corrente musicale compro tutto ciò che trovo in giro e mi getto in ascolti irresponsabili. poi lascio tutto perdere per qualche tempo per poi riconsiderare il tutto.
4- I titoli delle tue tracce sono in diverse lingue: solo stravaganza o è un tentativo di collegare in qualche modo tutti i tuoi ascoltatori ?
I titoli delle tracce sono una maledizione; comunque non vogliono collegare niente e non si tratta di stravaganza, casomai mancanza di fantasia. Broken mp3 inizialmente aveva un suono metallico, quando la mia ragazza l'ha ascoltata credeva le si fosse rotto il lettore mp3....
Spiegami anche le ragioni della tua scelta. beh viaggiare mi ha fatto comprendere il concetto di diversità; le appartenenze credo siano solo un fatto territoriale. non appartengo a correnti politiche o religiose perché non ha senso appartenere senza frequentare e apportare qualcosa. la musica ti chiede già tanto tempo
6- Domanda esistenziale: pensi che nella vita e in questo universo tutto abbia un ritmo? credi che sia tutto scandito da un inizio e una fine oppure credi che ogni cosa che è ora sia eterna?
Quello che fai nel bene o nel male, grande o piccolo che sia è eterno. il ritmo penso dipenda dalla cosa in se ma comunque fluisce. io ho fatto un disco, tu mi stai facendo delle domande anche se non ci conosciamo, presumibilmente perché ti piace il disco. c'è ritmo e la cosa in se sarà eterna nel bene o nel male. la domanda è: mi farai delle domane se farò un altro disco ? dipenderà dalla musica ? dipenderà dalla tua occupazione ? in ogni caso, ci sarà un grande ritmo
7- Cosa lega, se c'è qualcosa che li lega, i brani all'interno del tuo album ?
Non c'è nulla di concettuale ma le tracce hanno un loro legame; nel suono e nella stesura. Fatta eccezione per la traccia "Ryoma" che infatti è tanto scarsa quanto utile il disco segue un percorso sviluppato a strati molto connessi fra loro.
8-In base al tuo lavoro svolto fino ad ora, ti senti di dare qualche consiglio agli altri musicisti che hanno in comune il tuo stesso percorso ?
Si, usare gli arpeggiatori è l'inizio della fine