Intervista al trio bolognese: TORAKIKI
BIO
Torakiki sono Alessandro Rizzato, Kevin Parrino e Giacomo Giunchedi, provenienti rispettivamente da Puglia, Sicilia e Abruzzo, tutti con base a Bologna e legati l'un l'altro dalla condivisione di precedenti esperienze musicali in ambito indie, alternative e math. il gruppo nasce nel 2013 dall'idea di creare un legame tra il retaggio musicale dei tre e la loro passione per la musica elettronica. La formazione utilizza un consolidato assetto di strumenti quali basso/synth, drum machine/wsg/computer music, synth modulare/monome/computer music e nelle performance live proietta visuals geometrici che vengono realizzati in tempo reale da una serie di applicazioni scritte da Torakiki.
Nel 2013 vengono composti i brani che andranno a costituire l'Ep d'esordio, Mondial Frigor, registrato e mixato presso Lo Studio Spaziale (Mariposa, IOSONOUNCANE, Calibro35...) nella primavera del 2014 e anticipato dal video del brano Dorothy a cura di Salvo Lucchese. Mondial Frigor racchiude perfettamente l'anima dei 3 (tre brani!), tra ambient e new wave. Il mastering è stato affidato a Matilde Davoli (Girl with the Gun, Matilde Davoli) ed è stato realizzato al SudEstudio di Lecce. Le grafiche sono realizzate da Salvo Senia.
Esce il 26Febbraio 2016 #Avesom, il loro primo album, per l'etichetta Symbioticcube.com. Il disco è disponibile in tutte le piattaforme digitali e a breve sarà disponibile anche nei negozi.
-Con una sorta di brainstorming via chat. Ci suonava bene, ci faceva ridere. Preso.
- In che modo Rizzato, Giunchedi e Parrino si avvicinano al mondo dell'elettronica e decidono di formare un trio di tale rilevanza?
-Tutto merito del nostro amore per la musica elettronica da ascoltatori direi.
Grazie per la "tale rilevanza"!
- L'Electro-Wave è un genere che fino a poco tempo fa o per una motivazione o per un'altra non ascoltavo.
Da poco, invece, l'ho ripreso sotto mano e ne sto sentendo abbastanza di realtà underground, anche come la vostra, che si danno veramente da fare.
Che significa oggi giorno fare un genere come quello che fate, in Italia?
-Significa dover stare molto attenti a definire la propria identità musicale, per non essere confusi o ignorati.
Significa restare ancorati alle proprie peculiarità, sapere cos'è che ti diverte suonare e pensare essenzialmente a quello, lasciando da parte il bisogno di dover far parte di una categoria, cosa che ci piace lasciar fare a chi ci ascolta.
- Nel 2014 esce una vostra prima produzione: Mondial Frigor, EP di soli 3 brani con alla base una profonda ed intensa produzione come per dire "siamo giovani ma sappiamo ciò che vogliamo fare".
Com'è nato l'album e come si è svolto il suo processo creativo?
-Mondial Frigor è stato frutto di un esperimento, cioè l'aver iniziato a suonare insieme di nuovo, dopo anni, dopo aver lasciato da parte batteria e chitarre.
La nostra musica è in continua mutazione.
- Come è andato dal punto di vista delle esibizioni, perciò delle date live fatte dal 2014 con l'uscita di Mondial Frigor all'attuale 2016?
-Inserirsi nel giro è dura, ma ci siamo impegnati.
Abbiamo fatto tantissimi chilometri in macchina dal Piemonte a Taranto e suonato in diversi posti.
La gente ci guarda e ci ascolta con interesse, direi che come inizio va benissimo.
-Arriviamo finalmente al 26 di Febbraio 2016 e finalmente esce "Avesom"!
Questa vostra seconda produzione tuttavia ha ben 7 tracce.
Vi prego di svelarmi il segreto dietro questo titolo ed un po' quello che è il concept dell'album.
-Il disco è generalmente ispirato dal rapporto tra caotico e rettilineo, tema alla base della copertina di Salvo Senia, dove è esplicito il tributo al genio di Manfred Mohr, musicista e grafico, oltre che precursore dell'uso artistico dell'informatica. Il titolo invece è un tributo a Justin Bennett, che ha mixato l'album e ad Avesom, la sua cagnolina.
-Cerchiamo di non opporle, ma di metterle in relazione.
L'uso del testo viene di solito pensato successivamente.
Noi stessi siamo molto curiosi di vedere la reazione della critica a questo utilizzo della voce.
ormuliamo un'ipotesi, passiamo alla fase pratica e poi assistiamo alle reazioni che si innescano.
iamo liberi, i giudizi non ci fanno paura.
- 1°brano4°brano7°brano: il brano d'inizo PITCH, il brano di mezzo TRIPOLAR BEARS, l'ultimo brano KENDO. Come sono state concepite le canzoni e come possono essere legate una all'altra?
-Sono brani nati da ore e ore di lavoro in studio, passate sia utilizzando idee individuali che improvvisando.
Sono legate l'una all'altra perchè condividono lo stesso identico processo creativo.
- Bologna è forse una delle migliori città italiane o, per lo meno, del centro Italia che permette buoni sbocchi per le band di esibirsi. Perciò quanto vi ha dato ma allo stesso tempo, se può, quanto vi può togliere la vostra città di Bologna?
-Ci da tanto e ci toglie tanto, ma possiamo ammettere che ciò che riceviamo e abbiamo ricevuto si trova il oltre il 50%.
Riteniamo Bologna una città bella e viva, soprattutto umana.
Credo il problema sia l'Italia, la sua mentalità da provincia europea, dove devi diventare un compare di un gruppo di compari per riuscire ad avere delle possibilità.
Dovremmo tagliare il cordone ombelicale che non permette alla musica italiana di uscire dal grembo.
- Per concludere come ogni singolo componente sceglie la propria strumentazione e come contribuisce alla band?
-Tendenzialmente Kevin si occupa delle ritmiche, Io (Giacomo) di basso e linee melodiche, Alessandro del lato elettronico-ambient-modulare.
- https://www.facebook.com/tor4kiki
- https://www.youtube.com/watch?v=TmB5TYj39_4
- https://twitter.com/TOR4KIKI
- https://soundcloud.com/torakiki_band
- https://torakiki.bandcamp.com/releases
- [email protected]
Contatto stampa:
[email protected]
[email protected]
Agenzia di prenotazioni:
Booking: Alessandro Piccioni
3927248964
www.ilpiccio.net
[email protected]