INTERVISTA AGLI ONO
CESARE BARBIERI// Voce, Elettronica
EDOARDO GOBBI// Chitarra, Voce, Synth
MATTIA SANTONI// Basso, Cori
LORENZO GOBBI// Batteria, Cori
Il loro genere è:
un interessante ROCK ELETTRONICO
In breve:
Sono un progetto musicale di Savignano sul Rubicone fondato nell'autunno del 2013, rock elettronico con testi in italiano.
Info, musica e testi:
www.onomusic.tumblr.com
www.onomusic.bandcamp.com
www.soundcloud.com/onomusic
intervista
ONO di per sé non significa nulla, volutamente. Volevamo un contenitore da poter riempire come preferivamo, senza doverci attenere a qualcosa di già dato. ONO è diventato per noi un modo di fare musica nel quale ci troviamo bene, che ci diverte, dove siamo liberi di poter mescolare tutto ciò che ci piace.
- Come definireste il vostro modo di fare musica?
Molto libero e leggero. Libero perché non vogliamo un genere al quale attenerci, questo ci dà la possibilità di poter usare tutto ciò che musicalmente abbiamo assorbito negli anni; leggero perché è così che ci poniamo ogni volta che scriviamo e suoniamo, quasi come fosse un gioco, senza essere seriosi.
- Chi tra le band che più amate riesce ad influenzare il vostro modo di fare musica e in che modo?
Ci sono vari musicisti che ci hanno influenzato, non una band in particolare. Siamo ispirati dall’elettronica di Kalkbrenner e dalle band rock classiche che ci hanno segnato profondamente, come il pop della fu Mtv. Chi ci ha colpito molto nel vederlo live e ci ha ispirato è stato Todd Terje.
- Dal vostro punto di vista, cosa vi contraddistingue dagli altri musicisti?
Non sappiamo di preciso cosa possa contraddistinguerci, questo pensiamo lo possano sapere meglio le persone che ci vengono a vedere durante i concerti, però probabilmente non voler essere legati a etichette di genere come fosse compartimenti stagni ci aiuta spesso ad adattarci, a sperimentare e a utilizzare tutto ciò che incontriamo, anche cose che sulle prime non ci piacciono.
- Ecco quindi il 2015 ed il tuo album "Salsedine". Quali somme avete tirato fino ad ora, ad album ormai quasi del tutto rodato?
Siamo davvero contenti e soddisfatti per come è andata e per come sta andando ancora, non ci aspettavamo un riscontro così positivo. Siamo contenti di aver tentato e di aver portato avanti questo progetto, stiamo ancora decidendo, ma speriamo di poter continuare con un altro album che segua “Salsedine”.
L’album è nato un poco alla volta. Inizialmente avevamo cinque brani, quelli che poi andarono a comporre l’EP “Santoni”, poi abbiamo continuato a comporre brani e abbiamo deciso di poterci legare a un tema che ci piaceva e ci affascinava, l’infanzia. L’intento è quello di poter suonare liberamente, mescolare a volta anche senza troppa cura, per quanto riguarda i testi invece è parlare di ciò che conosciamo bene, qualcosa di concreto che possa raggiungere chiunque, senza il bisogno di metafore, di grandi discorsi su grandi temi che poi il più delle volte risultano vani e non definiti. Sono temi nei quali ci si perde. Noi volevamo qualcosa di conosciuto, qualcosa che non potevamo non raccontare.
- Le canzoni che più ho amato sono state: -la musica elettronica -Il giovane Niccolò ed il ritorno all'Uguale. Mi potreste spiegare le differenze e le analogie fra le due?
La prima è un piccolo manifesto del nostro modo di fare, anche scherzoso. È un modo per chiarire al futuro ascoltatore che cosa sarà Salsedine e come verrà fatto, un modo dicevamo scherzoso di raccontare la differenza tra il rock e l’elettronico, differenza che in fin dei conti non esiste e in conclusione, il modo al quale ci siamo avvicinati a ciò che facciamo ora. Il giocane Niccolò e il ritorno dell’Uguale è il primo brano che abbiamo composto, uno di quelli che più ci diverte suonare live. Probabilmente è l’unico testo che si prende il lusso di esulare dal tema dell’infanzia e della concretezza, raccontando una storia reale nella quale però, come negli altri testi, chiunque può rivedere una parte di sé. La musica elettronica è invece l’ultimo brano a essere stato composto prima della registrazione.
- Perec, primo singolo del quale ne è stato girato un video. Perché la scelta di Perec e come avete creato insieme a Marcello Marano, il videoclip?
Perec è il brano rappresentativo di Salsedine, o per lo meno del suo primo aspetto. Quello dell’infanzia e del suo ricordo, del mondo che conoscevamo quando eravamo bambini e delle risonanze di quel mondo che abbiamo ora. Ci sembrava il prezzo più adatto da utilizzare come singolo. Per quanto riguarda il videoclip abbiamo lasciato a Marcello carta bianca. Lo conosciamo da parecchi anni e sapevamo che avrebbe capito dove volevamo arrivare e cosa volevamo trasmettere, ci è riuscito perfettamente, infatti sarà anche regista del prossimo videoclip che uscirà. La scelta di Cesenatico come location è venuta da entrambi ed è anche il molo rappresentato sulla copertina e nel poster di Salsedine.
Sono due libri che ci hanno segnato particolarmente. Orbite è un brano per lo più strumentale, nel quale possiamo perderci. I due libri sono in qualche modo due orbite alle quale iniziammo a ruotare e dal quale proviene buona parte di quello che facciamo oggi, sono due di alcuni dei nostri percorsi, orbite che abbiamo tracciato durante la nostra adolescenza.
- Per ognuno di voi, parlate in breve del brano che più vi rappresenta (valgono anche i vecchi panni delle 5tracce già proposte in passato)
Facciamo fatica a scegliere solamente quattro tracce, ormai siamo troppo affezionati. Tra quelle che ci appassionano di più siamo però molto d’accordo: Perec, Plutone, Il Giovane Niccolò e il Ritorno dell’Uguale, Bibiena 19 e L’infanzia e la maturità di mio fratello.
- Da ormai non molto tempo è uscito il vostro CD, per cui quali sono i vostri piani per il futuro più vicino è quello un po' più lontano?
Per il più vicino continuare a suonare e portare in giro Salsedine, i live è il momento nel quale l’album prende davvero forma e cresce, modificandosi di concerto in concerto. Per il futuro lontano abbiamo in programma un possibile altro album, ci piacerebbe molto ed è qualcosa al quale vorremo dedicare il tempo che serve: sarà qualcosa di nuovo rispetto Salsedine ma sarà mantenuta l’essenza degli ONO e del nostro modo di fare, sarà, in qualche modo, un continuo di questo album.