Intervista al frontman de L'Orso e dei The Swimmers
Praticamente da sempre.
Da piccolo, con gli amici, giocavamo a fare la rock band ; tanto per intenderci.
Alle elementari ero quello che registrava le musicassette per i compagni, mi piaceva l'idea della condivisione musicale, del suo artigianato.
I primi passi sulle mie gambe li ho fatti con il rap italiano, a cui devo tantissimo, grazie al quale ho registrato le primissime cose (mixtape e brani) e per cui ho macinato una cinquantina di date live. Ricordo che registravo e scrivevo ogni giorno, era bellissimo: era una continua sfida di freestyle.
Poi la transizione e l'apertura all'universo mi hanno portato a L'orso, passando in adolescenza per progetti elettronici e altri più rock. The Swimmer invece ne è una mia sublimazione, il poter fare quello che voglio sempre, senza limiti.
Raggiungere un proprio stile e identità, quanto è importante per un musicista?
Non ho mai pensato al concetto di 'cercare un mio stile'.
Ho sempre pensato che la magnificenza della musica sia l'essere inafferrabile. Penso che se ti concentri al raggiungimento di un proprio ruolo, rischi di rimanerci impantanato.
Penso che l'unica identità che voglio e vorrò possedere sia quella di essere consapevole di poter esplorare ogni angolo del suono che mi affascina.
Penso sia tutto sintetizzabile in questo passaggio di Esa dei Gente Guasta in Mondi Sotterranei, 'Mi ritengo esperto perché ricerco / qualcuno ha detto cerca il beat perfetto e da quel momento mi ha aperto / è una continua richiesta di info, insoddisfatto più di una ninfo / non è la forma, ma il valore intrinseco'.
Non è la forma, ma il valore intrinseco.
Quali sono i tuoi punti di riferimento (cantanti o band a cui ti ispiri)?
E' sempre difficile focalizzare questa risposta.
Ti direi Bowie perché mi ha insegnato a non rimanere fermo su qualcosa che ti pare funzionare. Uccidere Zggy Stardust durante il suo apice, è stato illuminante.
Poi il rap italiano, da Bassi Maestro a Uomini di Mare, mi ha rapito per l'uso della parola, della metrica, del coraggio di parlare della quotidianità più normale osando con la lingua italiana.
Ho sempre subito il fascino dell'elettronica (mio padre era dj), della musica etnica tribale, delle band e delle fanfare.
Mi piace il minimalismo quanto il barocco. Per cui da Beirut al pop scandinavo, dalla french touch alle uscire della Palenque, dalla canzone italiana degli anni '50 ad Elvis.
M'ispiro a tutto ciò, ogni volta che qualcosa mi rapisce, finisce inesorabilmente nel calderone dei mie sentimenti musicali e lo si può ritrovare, rimodellato, influenzato, ricreato in qualche mia composizione.
Ultimamente seguo tantissimo le uscite della Tompkins Square.
Cos’è la musica per te?
E' e sarà sempre la mia vita : a volta ci amiamo di più, a volte un po' meno, come in tutte le relazioni fantastiche con cui sei destinato a convivere.
Essenzialmente cosa provi quando canti?
Dalla felicità alla più grande tristezza. Un caleidoscopio d'emozioni.
Quali sono i pro ed i contro dell'essere un musicista ?
Posso dire quali sono i pro e i contro di essere Mattia Barro come musicista.
I pro sono le persone, la gente che canta le canzoni che hai scritto ai concerti, chi ti scrive in privato che gli hai cambiato o salvato un periodo della vita.
I pro sono l'entusiasmo del pubblico nel quale m'immedesimo, mi ricordano un giovane me.
I contro si limitano alla precarietà, all'insicurezza del domani, ma è un gioco in cui vale la pena partecipare.
Tra le tue esperienze e partecipazioni, quali ricordi con soddisfazione?
Quando con The Swimmer siamo stati la band di Mecna al MiAmi.
Un ritorno al rap italiano, ma suonato con un band di persone fantastiche. E il fatto che Mecna ce lo abbia chiesto, ecco, questo è stato un bel riconoscimento per questi primi anni di musica reale. Lì penso che abbiamo spostato l'asticella del rap dal vivo un po' più in su, con tanto lavoro e impegno (il periodo delle fitte prove è stato uno dei più divertenti della mia vita da musicista).
Sicuramente il mio più alto traguardo finora è stato il concerto con orchestra de L'orso.
Abbiamo convinto trenta musicisti a sposare la nostra causa, abbiamo prodotto interamente la data a teatro con il supporto fantastico del nostro pubblico (tramite crowdfunding).
Ho pianto sul palco (di nascosto) davanti al più bel sold out della mia vita.
Certe cose non le puoi dimenticare e vivere, per me, significa questo.
Cosa ne pensano i tuoi amici e familiari della tua scelta di intraprendere questa strada?
Ho la fortuna di avere una famiglia che mi ha sempre supportato in queste scelte e, pian piano, sto riportando a casa qualche piccola soddisfazione, per loro e per me.
Amo la mia famiglia ed è gran parte merito loro se sono arrivato qui.
Ho avuto la fortuna e la forza di volontà di convincerli che era il mio destino: per il pubblico ci sono da qualche anno, per i miei genitori faccio musica da quindici anni.
I miei amici, di basi, son precari come me, quindi c'è chi è più fiero, chi più disinteressato verso questa mia scelta. Con loro resto Mattia Barro, quello che ascolta rap ed è un fanatico di calcio.
So che mi supportano quando possibile, ma so che a volte nemmeno ci fanno caso e questo mi rende felice, la persona viene prima.
Hai un particolare progetto ideale e concettuale cui arrivare come massima aspirazione?
Non mi sono mai imposto limiti.
Ho degli obiettivi e ogni anno cerco di concluderli tutti. Come fossero dei buoni propositi musicali.
Ora vorrei cercare di collaborare con qualche produttore rap per vedere la commistione con il genere che faccio con L'orso, concludere i primi brani inediti cantati di The Swimmer e cercare altre forme di sviluppo. Ampliare e migliorare il mio concept su 'Musica nel pallone', il mio libro, e continuare a studiare teoria musicale e pianoforte.
Vorrei scrivere una colonna sonora e continuare a sperimentare l'arte del 'musicare'.
Come dicevo, è un mondo infinito in cui puoi anche solo lasciarti trasportare da ciò che vivi e provarle a viverlo al meglio.
Spero sempre che il Mattia che fa musica, ogni anno, sia un Mattia migliore.
Non resterò mai identico, il concetto di musica liquida (che ho sposato con The Swimmer) è la descrizione ideale per il mio approccio.
Ah, e un giorno vorrei tornare a fare rap.