Sassi , il suo nuovo disco , rappresenta un viaggio fra i vari universi musicali che hanno creato quella che oggi è questa formidabile artista .
Canzone dopo canzone Maria Antonietta regala all'ascoltatore un immenso puzzle di generi musicali tenuti insieme da una voce meravigliosa e da testi particolari.
- Intervista a Letizia Cesarini -
Quali sono le influenze musicali o le cose che hai ascoltato mentre facevi il disco .
Cosa rappresenta per te la musica ?
Per me fare la musica è cercare di comunicare con le persone .
Aldilà della forma , aldilà del veicolo , la cosa che mi interessa di più è comunicare con le persone .
Se questo avviene con la musica bene , però può avvenire anche in molti altri modi .
Ti chiami Maria Antonietta in onore della famosa regina di Francia .
C’è anche qualche collegamento con la musica che fai , con come sei tu ?
Mah si , sicuramente sono abbastanza una despota quindi penso in questo di assomigliarle abbastanza .
Più che altro è stato un omaggio , una donna fortemente incompresa , che nella sua vita non ha potuto fare ciò che voleva .
Io quindi cerco di prendermi una rivincita e cercare di fare della mia vita ciò che voglio .
Sei stata definita una delle cantanti più prorompenti della musica alternativa italiana . Ti ritrovi in questa definizione ?
Mah diciamo che mi sento una che cerca di fare le cose con molta sincerità , e penso che questa sia l’unica etichetta che vorrei avere , aldilà dei tanti discorsi , di tante categorie che non so poi quanto corrispondano alla realtà .
Ascoltando il tuo nuovo disco , " Sassi " , abbiamo notato una sorta di ritorno a quello che tu dicevi essere il tuo genere d’origine , ossia il punk .
Cos’è successo ? Cosa è cambiato rispetto ad " Animali " ?
In generale il nuovo disco per quanto riguarda l’arrangiamento e la produzione è un disco più anarchico del precedente . Dici bene quando dici che questo disco è un tornare alle origini .
Nel disco precedente avevo comunque lavorato con un produttore che giustamente aveva dato la sua visione , il suo contributo , il suo taglio , era comunque un disco prodotto .
Questo lo è in una maniera molto più libera , molto più anarchica . In questo disco ci sono molti input , di molti generi e di influenze diversi che sono tutti tenuti insieme da quelli che sono i testi , questa almeno è la visione che volevo dargli .
Ciò che è cambiato è che sono molto più sicura di me stessa , più consapevole ; quando sei più consapevole riesci a fare cose che ti rappresentano di più .
Questo disco , devo essere sincera , mi rappresenta molto , anche per quanto riguarda la produzione che ho gestito io in prima persona insieme a Marco e a Giovanni Imparato .
Comunque lo definirei un disco anarchico .
Il nome " Sassi " deriva dalla citazione biblica “ c’è un tempo per lanciare i sassi e un tempo per raccoglierli ”. Affermi che questa citazione ti rappresenta molto .
Quali sassi ti trovi a raccogliere ora ?
Mi sono trovata ad un certo punto della mia vita che ero stanca di dovermi trovare sempre a lanciarli questi sassi , a dovermi difendere dalle persone , dalle cose .
Per una serie di contingenze molto belle ho potuto iniziare a raccogliere tutte le mie risorse , le mie energie , le mie idee , le mie cose belle e anche quelle brutte . Raccoglierle per costruire , costruire qualcosa di bello che alla fine è la felicità .
In qualche modo questo disco rappresenta una svolta nella mia vita , a livello esistenziale .
Si è aperta una parentesi di fine degli scontri … almeno temporaneamente .
Come è stata la collaborazione con Marco e Giovanni Imparato ?
Provenendo da gruppi e generi diversi hanno influenzato molto la tua musica ?
Sicuramente tantissimo.
La maggior parte degli arrangiamenti l’ha curata Marco l’altra parte Giovanni . Abbiamo lavorato insieme giorno e notte per molti mesi a stretto contatto .
Sono molto contenta che dentro al disco ci siano i loro universi , questo mi interessava molto .
Anche perché penso che alla fine quando riesci a confrontarti in profondità con le persone, quando queste sono molto sincere con te , riescono a dare un contributo e qualcosa che te non ti puoi neanche immaginare ed è sempre molto più bello di quello che ti puoi immaginare .
Con loro sono riuscita a fare questa cosa e sono molto contenta che ci sia molto di loro qui dentro .
Nel 2012 in un’intervista hai dichiarato che sulla scena italiana al femminile ti senti sola . Da 2 anni a questa parte , hai cambiato la tua idea ?
Mah , purtroppo mi sento sempre sola . Non è un discorso di snobbismo .
Sono sicura e sono convinta ci sono donne che fanno cose molto belle , che magari hanno delle affinità con ciò che faccio con le quali condivido anche qualcosa , però là fuori non ho avuto la fortuna di incontrarle , ma so che esistono .
Sono ancora in attesa .
Con quale artista o band vorresti collaborare in futuro?
Se proprio devo spararne una a rialzo dico Pj Harvey .
Una canzone che ti rappresenta?
“ Who the Cap fit ” dei The Wailers .
Una tua canzone che ti rappresenta più di tutte?
Ossa , da Sassi .
Un libro da leggere e un film da vedere?
Allora, un Film da vedere , ” La rabbia giovane ” di Malick che è il mio film prediletto .
Un libro da leggere … “ Arilel ” una raccolta di poesie di Sylvia Plath .
Progetti per il futuro?
Arrivare innanzitutto a fine tour che sarà molto impegnativo.
Finire il trasloco nella mia nuova casa .
Incominciare a pensare a dei brani nuovi .
Il tutto però senza troppa programmazione , anche perché non sono capace di farlo , non sono una persona razionale però quando sarà ora , lavorare ad un nuovo disco .
@ Le foto utilizzate all'interno dell'articolo sono di Carlo Berbellini @