Intervista al frontman Pasquale Apicella
- Partiamo dalle tue origini artistiche, quando hai iniziato a interessarti alla musica?
La parola arte accostata al sottoscritto mi fa un po’ sorridere… non ho praticamente alcun tipo di preparazione in merito, e mi spaventa l’idea di poter essere minimamente accostato a chi invece della musica o dell’arte in genere ne ha fatto uno stile di vita nonché una professione. Piuttosto credo che in ognuno di noi esistano delle attitudini, e l’arte, se proprio vogliamo scomodarla questa parola, sta forse proprio nell’individuarle queste attitudini, quindi lavorarci su, farle proprie, e metterle a disposizione di chi avrà il coraggio di apprezzarle, o quantomeno di recepirle.
Raccontaci un po’ del tuo percorso artistico.
Il mio percorso artistico ha almeno un paio di inizi. Il primo, nel lontano 2001, ai tempi della ragioneria, quando con tre amici formammo una band punk rock melodica, gli Asilo Criminale. Durammo il tempo di qualche assemblea d’istituto, di qualche festa di compleanno distruttiva e di un paio di contest mai vinti. Furono due anni stupendi, forse i migliori delle nostre giovani esistenze. Poi arrivarono l’università, il lavoro, le donne rompicoglioni. A fine 2010 io e Nicola, amico di sempre nonché bassista di sempre, decidemmo di rispolverare microfono e basso, e con l’aiuto di altri amici ci siamo rimessi in gioco. Una demo, qualche serata, vari avvicendamenti, e dal gennaio del 2013 la formazione de La Clé è quella attuale. Vorrei congelarli tutti e tre per sempre.
Raggiungere un proprio stile e identità, quanto è importante per un musicista?
Lo stile per tanti musicisti diventa troppo spesso un limite, un tarlo nella testa e nelle mani che non va più via. Credo moltissimo invece nella spontaneità della musica, nella passione, nell’istinto. Tutto questo può determinare una identità.
Quali sono i tuoi punti di riferimento (cantanti o band a cui ti ispira)?
Ascolto di tutto, ma trovo in Manuel Agnelli e Eddie Vedder dei punti di riferimento inamovibili. Da qualche anno mi sto appassionando sempre di più alla indie italiana. Mi piacciono Fast Animals and Slow Kids, Management del dolore post operatorio , Zen Circus, Pan del Diavolo, Perturbazione, Brunori Sas e tantissimi altri. Credo che siamo di fronte a una grande rivoluzione culturale che parte dal basso e prima o poi non si potrà più far finta di niente. Piazze piene, locali sold out, classifiche impazzite sono già realtà.
Cos’è la musica per te?
Compagna di viaggio, nel vero senso della parola. Per cui compagna di vita.
Cosa provi quando canti?
Mi sento me stesso, finalmente, dopo 8 ore di lavoro.
Quali sono i pro ed i contro dell'essere un musicista?
Dipende da quanto ci guadagni! In generale, credo che la parte bella sia il suonare in giro, esibirsi, far conoscere al pubblico quello che si vuol comunicare. Il contro è non avere i mezzi o le caratteristiche per poterlo fare, rimanendo così in sala prove, cercando la perfezione, tutta la vita.
Tra le tue esperienze e partecipazioni, quali ricordi con soddisfazione?
Non so perché ma mi vengono in mente solo performances di merda! Sicuramente il prossimo concerto sarà il più bello, come dicono i veri bomber quando parlano dei loro gol…;) Ad ogni modo è stato bello aprire il concerto dei KuTso nella nostra città e ricevere i loro complimenti, sembravano molto sinceri.
Cosa ne pensano i tuoi amici e familiari della tua scelta di intraprendere questa strada?
Più o meno le stesse cose che pensano i tuoi amici e i tuoi familiari della tua scelta di intraprendere la strada della webzine! Ma a noi che ce ne fotte, nessuno è mai stato profeta in patria!
Hai un particolare progetto ideale e concettuale cui arrivare come massima aspirazione?
Non amo progettare. La mia massima aspirazione è proprio quella di vivere così, senza programmi. Ma devo purtroppo fare i conti ogni mattina alle 7.40 con un affare infernale che mi interrompe la fase creativa.
Parlaci di Via dalla Routine.
Non vorrei essere banale proprio sul finale di questa intervista, ma credo sia molto meglio ascoltarlo, il cd. Nel retro della copertina c’è una sorta di prefazione, forse quella spiega meglio di tante altre parole ciò che raccontiamo nel nostro primo album. Avrei potuto fare un copia e incolla ma non trovo il file originale. Al limite posso fare una scansione. Ma a casa non ho lo scanner, dovrò farlo lunedì. Al lavoro. 7.40, sveglia, doccia, colazione, tg5, denti, auto, parcheggio, avvio windows. Via dalla routine, ricomincio dal MI.