-Intervista a Matteo Gabbienelli dei KuTso-
I KuTso uniscono scherzo e provocazione ad un linguaggio musicale gioiosamente frenetico. La loro musica solare e irriverente è il tappeto sonoro di testi segnati da forti dosi di simpatico disfattismo e smielato sarcasmo. I concerti, veri e propri mix esplosivi di nonsense, disperazione, movimenti inconsulti, invettive e travestimenti estemporanei trasportano il pubblico in un’atmosfera surreale e sgangherata.
Line up:
Matteo Gabbianelli: Voce /
Donatello Giorgi: Chitarra /
Luca Amendola: Basso /
Simone Bravi: Batteria
La pagina ufficiale dei kuTso:
https://twitter.com/KutsoOfficial
www.youtube.com/kutsoitaly
http://instagram.com/kutsoofficial
INTERVISTA
Allora, per me ci son stati solo pro perchè abbiamo guadagnato tutto quello che c'era da guadagnare e quindi siamo contenti.
"Musica per persone sensibili": com'è nato questo invito diretto agli ascoltatori, del dover far attenzione alla vostra musica?
Per cercare di far capire alle persone che la nostra musica va ascoltata con un attitudine diversa da quella che puoi avere quando ti approcci ad un gruppo composta da quattro bontemponi che scherzano e giocano.
Possiamo dire che vuole un po' portare l'ascoltatore ad ascoltare meglio le canzoni: con il libretto a leggere le parole a scendere più a fondo e vedere che c'è veramente. C'è un 'intenzione alta, aulica, sarò sincero, al di là dell'effetto pirotecnico di goliardia e di aggregazione che abbiamo innata, che magari poi tende a sminuire agli occhi degli altri quello che noi portiamo anche se quella che noi abbiamo è la sdrammatizzazione ed il gioco con il tragico.
Con Alex Britti come co-produttore dell'album e tutte le collaborazione fatte al suo interno, come credete che sia migliorato, se lo ha migliorato?
L'esperienza con Alex è, in realtà, antecedente al disco ed all'incirca 10 anni fa, comunque l'esser stato così tanto a lungo al fianco di un artista pop ci ha aiutato ad arrivare al succo delle canzoni, perchè noi siamo già persone che aborrono tutti i giri di parole, le velleità poetiche, gli intellettualismi spiccioli e quindi lo stare al contatto con un'artista pop ti aiuta ad andare ancor di più al sodo.
Marzia ed Elisa sono le due donne, dei vostri due album. Cosa le accomuna?
Marzia ed Elisa sono accomunate da quest'atmosfera gioiosa e piena di vita, di proposizione vitale, questa gioia di vivere e questa voglia di vivere spensieratamente senza remore.
C'è un qualcosa che le contraddistingue?
Il nome ahahah.
Va bene, no; Marzia è la mia ragazza, quindi diciamo che è una canzone che scrissi per lei, mentre Elisa ... è semplicemente un nome che suonava bene e però è il riassunto di un po' tutte le esperienze che ognuno di noi ha avuto.
La vostra strumentazione musicale non è affatto scontata, come scegliete gli accessori per il vostro abito da musicista ?
E' tutto funzionale alle canzoni. Noi in studio suoniamo e facciamo le canzoni, magari alcuni suoni ed alcune idee di suono escono lì e quindi poi dovremo scegliere di conseguenza i pedali che ci porteremo live.
Comunque adesso abbiamo un suono più duro e suonato, davvero.
Avete suonato più o meno ovunque: dai palchi più grandi con migliaia di persone come quella del primo maggio, a quelli più piccoli con anche meno di cento persone come quello del Bar la stazione (Tolentino) . Come ci si sente a rapportarsi con pubblici di numero diverso?
Guarda, per assurdo quando suoni davanti a tantissime persone e quindi presumibilmente suoni in atmosfera predisposta al casino cioè a divertirsi e quindi è più difficile suonare davanti ad un pubblico di 50persone che magari stanno larghe si crea una freddezza che poi è difficile recuperare, quindi a me piacciono le grandi folle, piace sentire il boato della gente. A me piace suonare su un palco, avere una corrispondenza con le persone e quando queste reagiscono, che siano 3 o 300mila, è sempre bello, è bello interagire.
E' difficile suonare con poche persone davanti, ve' ?
Quando noi ci troviamo in concerti che siamo quattro gatti, saliamo sul palco con un tale menefreghismo positivo che non ce ne frega un cazzo, perchè è come se stai in salotto con gli amici tuoi.
Però, interiormente, quando un concerto è proprio una disfatta sali sul palco e dici "facciamo le prove!", sali sul palco e ti diverti di più, perchè tante volte ti trovi in situazione ridicole: come i posti dove ci entrano 500persone e poi ne hai 30 ... "che fai?" ne approfitti per provare e noi la prendiamo così.
Magari poi si sperimenta qualcosa che non avreste mai pensato prima..
Si, è vero: più suoni, in situazioni diverse, e più diventi bravo, perchè quando riesci a coinvolgere 3persone poi 300mila è più facile, perchè già sono pronte, magari hanno già pagato 30€ per un biglietto e quindi gli va di divertirsi, perchè quasi devono divertirsi visto che l'hanno pagato quel divertimento, mentre quando stai in un locale è più difficile, però ti ho detto certe volte quando è la sconfitta totale, fai il giro.. scavalli! E quindi per assurdo ti diverti.
Un po' perchè è un brano breve, come tutti i nostri brani, un po' perchè è un misto perfetto tra compromesso, melodia, assurdità del testo e la melodia che sono veramente storte visto che il brano lo scrissi quando veramente conoscevo poco il mondo della musica.
Ah, quindi la canzone è un po' vecchiotta..
Si, l'ho scritta circa 10 anni fa quando avevo 25 anni.
Quindi si può dire che la canzone è po' il riassunto dell'album?
Sto pensando è ... guarda, si, forse si, credo di si, perchè poi c'è tutto quello che poi è Musica per persone sensibili.
Com'è nata la canzone "Nel buio e nel silenzio"?
Ma, sono considerazioni così per analogia, comunque in genere le nostre canzoni nascono con me che da solo con la chitarra e la voce, scrivo e canto. Anche questa è nata così e dentro ci sono varie esperienze passate.
Comunque le nostre canzoni nascono attraverso dei pensieri che mi riguardano o che riguardano il mio rapportarmi con quello che succede.
Ok, ultima domanda: dato che vi ho visti anche a Comunanza al Hub of Sound, e prima di voi suonarono un gruppo di ragazzi veramente giovane, quindi pensando a cosa chiederti mi è venuto questo: che cosa ti senti di suggerire ai giovani che soffrono, vanno in studio, vanno nelle sale prove, ai concerti magari con poche persone come hai detto tu e si demoralizzano...
Guarda ti stoppo e ti dico: "non vi demoralizzate, perchè se io mi fossi dovuto demoralizzare, avrei smesso 20anni fa". Io sono 21anni che suono e da 2-3anni con la band riusciamo a vedere i frutti del duro lavoro che abbiamo fatto, perciò se proprio vi demoralizzate a 16anni, allora significa che non dovevate fare i musicisti, significa che la vostra vita era un'altra perchè far il musicista significa vivere una continua frustrazione, un continuo calcio in culo, una continua mancanza di rispetto da parte degli altri che oltretutto ti fanno sentire inutile, perchè tu non sei un'artista visto che ti conoscono, come capita con i tuoi amici perchè per loro non è possibile che un amico possa essere un'artista, capito?
Quindi ti devi scontrare continuamente con queste cose, fino a che non vai a Sanremo ed allora sei figo, che invece è una totale stronzata.
Ecco dunque che vi dico: "non vi demoralizzate, anzi no, demoralizzatevi però una volta demoralizzate prendete atto che non volete fare veramente i musicisti, non farete i musicisti voi. Bisogna insistere, continuare e cercare di non farsi mai prendere dall'euforia, perchè l'euforia travia e ti fa fare le cazzate, quando invece basta essere freddo, basta valutare e ponderare, cercare naturalmente di essere veloce però sempre molto attenti, alle persone che si ha intorno, agli amici ecc perchè non sono importanti le persone che ti dicono bravo, bensì quelli che fanno qualcosa per te perchè a dire bravo non ci vuole niente e se ci credi, allora è lì che fai le cazzate.
Tutto qua.