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Testi in italiano e inglese, suoni sinousi come il fumo di una sigaretta appoggiata al bancone di un bar che chiude all'alba. Attualmente, Hikobusha è composta da un quartetto formato da Davide Gammon, Paolo Zangara, Stefano Maurizio e Antonio Colombini (alla batteria elettronica).
Il sound si è ulteriormente evoluto, abbracciando uno spettro di suggestioni antiche e moderne, che portano idealmente a far convivere Interpol e LCD Soundsystem con la New Wave fiorentina di metà Anni Ottanta, dai primi Litfiba ai Diaframma.
---> L' INTERVISTA <---
Hikobusha esiste da dieci anni tondi ed ha visto la partecipazione di ottimi musicisti, la maggior parte dei quali ora si occupano di questioni sicuramente meglio remunerate.
Il progetto è stato pensato e “fondato” da Davide Gammon, un cantante-performer dai toni baritonali e dalla scrittura compulsiva e inquieta. Il primo chitarrista, Strix Silverii ha portato una venatura new wave alle melodie, incrociate con le influenze jazz del contrabbassista Fabrizio Fogagnolo e con i beat e gli scratch di Dj Marze, proveniente dal rap e dall'abstract hip hop.
Durante la lavorazione di Dinosauri, è entrato il basso elettrico ed effettato di Paolo Zangara, un artista capace di spaziare dal cantautorato alla drum n'bass. In Discoregime, del 2012, si è unito il batterista “elettronico” Toni Madinco, che ha dato un tocco “industriale” ai ritmi del disco.
Strix ha lasciato il posto alle venature blues di Stefano Maurizio ed infine si è unito al gruppo Jama Ferrario in qualità di tastierista e polistrumentista, un altro “camaleonte” in grado di arricchire il sound del progetto con sapori Seventies e chitarre slide.
Attualmente, Hikobusha si presenta dal vivo come un quartetto (Gammon, Zangara, Jama e Maurizio), ma non sono esclusi futuri “remixaggi” dell'organico.
2- In Italia oggi , quanti sono come voi ? Può sembrar banale la domanda messa così , tuttavia quello che magari sarebbe meglio esplicitare nella domanda è , se in Italia esistono entità come la vostra che riescono a creare un binomio così forte tra i testi corposi e le melodie ben studiate ?
Questa è la croce e delizia di Hikobusha : parole e suoni troppo raffinati e furbi per essere accolti dal pubblico dei “duri e puri”, troppo cerebrali e complessi per gli amanti del disimpegno.
In alcuni casi, la nostra proposta ha fatto sorgere la convinzione (soprattutto nelle fila dei cosiddetti addetti ai lavori) che siamo degli “arroganti”, che vogliamo troppo con troppi pochi mezzi a disposizione.
Non sappiamo se altri in Italia si trovino nella nostra stessa condizione, ma sinceramente, non ci stupirebbe: nel nostro Paese, chi si propone di mantenere delle posizioni “non facili” viene frequentemente additato come un poveraccio, un esempio da non imitare.
Un tipo di mentalità che, secondo noi, mette in luce maggiormente i pregiudizi di chi giudica, piuttosto che i limiti di chi è giudicato.
3- Dinosauri (2009) , potremmo definirlo il vostro primo vero lavoro , nonostante i precedenti Ep(2005) e Live Ep(2006) “Hikobusha” . Paragonandolo al vostro ultimo Lp , cosa c'è in comune e cosa no ?
L'aspetto comune è sicuramente il ritorno ad una dimensione personale, intima e libera da schematismi e rigide aderenze alla contemporaneità sociale, politica e musicale.
La novità sta nella maggiore quota di “musica suonata” rispetto ai campionamenti e nel fatto che, nell'intanto, siano trascorsi cinque anni di vita, di concerti, di crisi e rinascite.
Sentiamo di essere cresciuti... adesso guardiamo con orgoglio i nostri peli (brizzolati) spuntati sul petto.
4- Partiamo subito con il presupposto che – Disordini - è uno di quei album molto belli dal quale si possono sempre ricavare più messaggi da tutte le vostre canzoni . E' normale percepire ognuno una diversa interpretazione di ciò che si ascolta , tuttavia a vostro avviso , dato che siete voi i genitori di questo genito , qual'è il messaggio che volete lasciare agli ascoltatori con questo CD ?
Che è ancora possibile credere nel fatto che esistano persone dotate di una soglia attentiva superiore al mezzo minuto.
Che ci vuole una buona dose di (in)coscienza nel lasciarsi trasportare dalle suggestioni.
Che il disordine può anche servire a costruire, comunicare e cambiare le cose, oltre che a distruggerle.
5- “Rivoluzione Televisione” è il brano da me più amato . Ma la domanda che più mi perplime è proprio il lemma “rivoluzione” . Potreste spiegarmelo ?
Gil Scott Heron ha detto “la rivoluzione non passerà in televisione”.
Si potrebbe intendere questa frase in molti modi: la voglia di futuro e di speranza non transita solo ed esclusivamente attraverso uno schermo, per quanto sia elevata la sua risoluzione.
Puoi quasi toccarlo, ma non assaporerai mai il cambiamento standotene sul divano di casa tua o davanti allo smartphone.
Ma si potrebbe anche intendere che la rivoluzione non passerà in televisione pensando a quanto rapidamente transitano le immagini nei notiziari quotidiani o sui nostri profili Facebook e Twitter : il mutamento è un passaggio lento e graduale che non sparisce facendo un semplice “scroll down” della pagina o cambiando canale.
Tanto per autocitarci: “Chiediti che fine fanno i Libici liberati”.
6- “Spazi Vuoti” è la terza track dell'album . Il brano è un insieme di interrogativi filosofici sulla vita , tuttavia il brano si chiude con un ulteriore questione che , potremmo designarla come la frase emblema dell'album . “Vedere l’assurdo non è meglio che non vedere niente ? “ Ci rispondete a questa domanda secondo la vostra idea ?
E' una citazione di Antonio Franchini, l'autore di un bellissimo libro sul pugilato che si chiama “Gladiatori”.
Dice più meno così: “L'arte parte da lì, da un abbaglio. Ma vedere qualcosa non è meglio che non veder niente?”.
L'abbiamo fatta nostra perchè crediamo che talvolta sia meglio cedere e credere alle illusioni, piuttosto che aggrapparsi alle sicurezze di un minimo profitto, spesso ai danni del prossimo.
Per avvicinarsi all'arte e alla musica bisogna essere pronti a credere nella magia.
Fare arte (e musica) richiede la capacità di compiere giochi di prestigio che non sempre assicurano il dovuto prestigio.
Ma va bene così, altrimenti sarebbe la noia.
E la noia può essere mortale.
7- La perfezione e la meticolosità con cui è stato curato l'artwork che racchiude “Disordini” è in perfetta armonia con ciò che sta custodendo al suo interno . Di domande ce ne sarebbero a decine da farvi sulla scelta delle scene in copertina , del soldato all'interno e di quanto rosso c'è alle sue spalle , tuttavia il fatto che più mi incuriosiva era se la scelta di evidenziare determinate lettere in rosso , significasse qualcosa . Vi prego , ditemi che nulla è a caso …
Metti insieme tutte le lettere rosse del booklet.
Ne trarrai un messaggio apparentemente misterioso.
Se però sarai in grado di capirlo, potrebbe renderti meravigliosamente folle.
Sei stato avvertito, poi non dire che non te lo avevamo detto.
8- In questo 2015 “festeggiate” i 10 anni di attività . Dando uno sguardo indietro a quella che è stata la vostra carriera in passato , musicalmente parlando , cosa cambiereste di quanto fatto in passato e cosa migliorereste negli anni avvenire ?
Sicuramente ci piacerebbe cambiare l'approccio alla composizione e soprattutto all'esecuzione dal vivo: suonare strumenti “in diretta” con campionamenti preregistrati è una sfida che vorremmo rendere ancora più avvincente, arrivando a proporre un'elettronica “viva”, pulsante e in grado di comunicare appieno con la nostra voglia di improvvisazione, di sovvertimento dell'ordine precostituito che si annida in un arrangiamento deciso a tavolino.
In poche parole, ci piacerebbe apportare ancor più “disordini” alla nostra musica, pur mantenendo la forma-canzone che contraddistingue la produzione di Hikobusha.
Quello che ci piacerebbe migliorare ulteriormente, date le odierne tendenze, è l'aspetto estetico: appena avremo guadagnato abbastanza dalla vendita dei dischi, ci regaleremo un intervento di chirurgia plastica accrescitiva al seno.
9- Se vi chiedessimo di consigliarci un libro , un film , una canzone (vostra o meno) , che siano stimolanti , che cosa ci consigliereste ?
Un libro: “Se incontri il Buddha per la strada, uccidilo” di Sheldon Kopp.
Un film: “Frank” di Lenny Abrahamson.
Una canzone: una qualunque dei Beatles.
10- Per concludere : perchè l'italiano ? Perchè avete scelto l'italiano come lingua dei vostri embrioni musicali ? Perchè magari come molti non avete scelto l'inglese ?
Nei primi nostri due Ep erano presenti brani in inglese, che abbiamo poi ripreso e tradotto in “Dinosauri”, per poi affidarci esclusivamente alla nostra lingua madre (eccezion fatta per la cover dei Wreckery, acclusa a “Disordini” come bonus track).
Riteniamo che in un'epoca come questa, infarcita di universalismi e di facili propensioni all'immediatezza comunicativa (accendi Skype e ti vien voglia di parlare col mondo intero in mille lingue diverse, anche se poi ti limiti a contattare mammà che abita dirimpetto), sia utile recuperare una dimensione territoriale e confidenziale.
Magari raggiungi meno persone, ma rischi di ottenere qualcosa di più dei famosi cinque minuti di attenzione (o di fama, che dura poco e non pulisce il water).
Magari ci scappa persino una chiacchierata faccia a faccia, dopo il concerto, davanti ad una birra o a un buon bicchiere di vino rosso fermo.
Oppure un'intervista stimolante come questa.
Grazie di cuore.