Intervista a GIULIO CANTORE
Dal 2006 al 2008 frequenta la Scuola di Liuteria del Centopievese e impara a modellare il legno, per costruire strumenti a pizzico. In quegli anni, si avvicina alla Scuola di Musica Popolare di Forlimpopoli e riprende contatto con la musica tradizionale pugliese, che fa parte della sua storia familiare. Compone e incide "L'anca uscita dal somaro", con gli Ossanema, e inizia a suonare con il gruppo di musica popolare Bevano est.
Nel 2008 raggiunge alcuni amici in Andalusia e frequenta, per intere giornate, le botteghe dei maestri liutai. Vede il suo primo concerto di flamenco e se ne innamora. Il progetto “Giulio Cantore & Almadira” nasce il giorno del suo matrimonio: suona, con due amici, brani scritti di suo pugno.
Almadira, in dialetto riminese, sono i frammenti di legno portati a riva dal mare: il progetto parla di una musicalità in divenire, di culture antiche le cui parti, spezzate dal tempo, sono capaci di ricomporsi in nuove forme, acquisendo nuovi significati.
Al fianco di Giulio Cantore, Stefano Fabbri, percussionista votato alla musica africana, e Fabio Mina, flautista dalle sonorità orientali, dalla grande attitudine all'improvvisazione.
Giulio ha suonato con gli Ossanema, i Bevano est, gli Spartiti per Scutari, i Siman tov, la compagnia di flamenco di Mahou de Castilla e Diana Gonzales. Oggi porta in Italia le sue canzoni, trasponendo in musica e parole una cultura fatta di piccoli vissuti e oggetti quotidiani. Unisce, al cantautorato, il flamenco e i ritmi africani: in mano, una chitarra realizzata con le sue mani.
Talea è il primo disco del progetto.
*Stefano Fabbri, percussioni
*Fabio Mina, flauto traverso, bansouri, doudouk
Vivo di musica, in particolare ho sempre avuto la passione per la chitarra, strumento che costruisco e suono. Fin da quando ero bambino, mi accompagna nella mia quotidianità e la sfrutto per raccontare la mia vita, attraverso la forma canzone. Gli Almadira sono Stefano Fabbri, alle percussioni, e Fabio Mina, ai flauti: amici e fedeli compagni compagni di musica, nonché due musicisti unici. Prima è nata l'amicizia, poi la collaborazione. Era inevitabile, ci stimiamo molto artisticamente. Questo progetto nasce durante la festa del mio matrimonio, tre anni fa. Abbiamo suonato la sera, attorno al fuoco, e il giorno dopo ci siamo ritrovati sposati anche noi.
2- Giulio Cantore al di fuori del suo far musica, lavora come liutaio ed ha anche una famiglia, come riesci dunque a gestire tutte queste cose facendo il tutto con armonia?
Non so se c'è armonia. Di sicuro c'è l'istinto e la volontà, perseguita con dedizione, di non trascurare un aspetto a favore di un altro. E poi sono un ariete testardo, che tira dritto senza guardarsi tanto attorno.
3- Quanto interagiscono con la tua scrittura dei testi le attività che fai in parallelo nella tua vita?
Moltissimo. Parlo di cose che riguardano tutti, ma che vivo in prima persona attraverso le mie esperienze di vita.
Talea è una nuova pianta, del tutto simile e della stessa specie di quella da cui deriva, ma nuova e unica. È una metafora che mi guida nel fare musica: proporre - sotto la semplice forma canzone -qualcosa di fresco e originale.Talea, inoltre, richiama la natura, tema a me molto vicino, sia spiritualmente che lavorativamente parlando. Mi piace lavorare per immagini: pensate a un filo immaginario che dalla talea s'accresce fino a trasformarsi, diventare altro. Nel mio caso, diventare musica.
La musica, per me, è un albero: è legno da tagliare, da stagionarsi, da lavorarsi per diventare altro. Per esempio, una chitarra.
5- La prima canzone è “Cassettino Zincato”. Che cosa rappresenta questo cassettino zincato?
Il cassettino zincato è lo scrigno, laccato e prezioso, che racchiude e protegge le nostre piccolezze, le nostre arroganze. Come una casa: quanto più è costruita a nostra immagine e somiglianza, tanto più ci rende inattaccabili dall'esterno e quindi indifferenti a tutto, quando usciamo.
6- Come nasce la storia di Pino e Maria?
E' una storia di distanza e timidezza.Una storia di occhi bassi sul pianerottolo di casa o all'entrata del condominio: il posto più familiare e noioso che ci riserva la vita di tutti i giorni. Si cerca la vita, l'amore, il nuovo altrove. Rappresenta la perdita della curiosità.
Nessuna ansia, è un incoraggiamento! " Coraggio che dopo aprile vene maggio" è un detto popolare di Gioa del Colle, in Puglia, il paese di mio padre. Vuole essere una canzone di speranza, un buon auspicio per il futuro.
Dentro di me è anche un'incitazione a questa povera Italia, che il 25 aprile celebra la liberazione, ma il cui "maggio" sembra non arrivare mai.
8- Il chitarraio. Credo non ci siano grandi domande da fare su questa canzone, sentiti libero di parlarne come meglio credi.
Chitarraio parla del mio lavoro: gioie e sofferenze nell'apprendimento di un mestiere dove la precisione e la pazienza sono doti fondamentali, ma, in questo mondo moderno, così difficili da coltivare. Questo brano è costruito su un tangos de Granada, stile di flamenco tipico della città andalusa, patria mondiale della chitarra classica e flamenca. Inoltre, per la ritmica del brano ho usato suoni di attrezzi del mio laboratorio.
Non molto, in realtà. Volevamo un disco onesto, che raccontasse il trio come lo puoi vedere dal vivo. Effettivamente è un live in studio, a parte le voci e le collaborazioni sovraincise successivamente: Gioele Sindone, al violino, e Ciro Montanari, alle tabla.
10- Nell'album si evince una predilezione più per la musica suonata che per quella cantata. Come spiegheresti la, a parer mio, scelta di innalzare le vostre parti strumentali piuttosto che il cantato?
Ognuno di noi tre viene da esperienze musicali diverse, soprattutto strumentali. Io, prima di essere cantautore, sono chitarrista. È la mia natura e ci piace molto. Tra l'altro, ascolto pochi cantautori e, se la musica non mi piace, faccio fatica a seguire o contestualizzare le parole. Per me testo e musica si devono confrontare e corteggiare: non a caso, tra i miei cantautori preferiti, c'è Ivan Graziani.
11- E' presto parlare di nuove produzioni, perciò che avete in mente per quest'estate?
L'estate sarà come sarà. Al momento non abbiamo dei grossi piani di tournée o promozioni. Di sicuro non ci coglierà impreparati. Parallelamente parteciperemo a qualche concorso musicale. Essendo questo progetto di recente nascita, abbiamo ancora molto bisogno di confrontarci con l'esterno.