- Intervista a Emanuele Galoni -
E' un cantautore di provincia. A sud di Roma. E' al secondo disco dopo l'esordio nel 2011 con l'album " Greenwich " .
In band siamo in 4 , Emanuele Colandrea ( che è anche il produttore artistico dei miei due dischi ) alla batteria e tante altre cose , Valerio Manelfi al basso , Giuliano Bastianelli alla chitarra elettrica .
A chi ti ispiri?
Non esiste un qualcuno in particolare a cui uno si ispira .
Cerco di attingere dalla tradizione del cantautorato italiano e quella dei songwriters d'oltreoceano .
Se potessi scegliere quale cantautore italiano (e non) essere, quale sceglieresti ?
Onestamente non saprei con precisione , ne potrei dire 4-5 però stamattina in particolare vorrei essere l'ultimo Jhonny Cash .
Quali sono le maggiori difficoltà per emergere in campo nazionale ? Che ne pensi della scelta di molti artisti Italiani che cantano in Inglese per suonare maggiormente all'estero ?
Non penso siano scelte ma bensì un sentirsi parte di qualcosa . Molti di noi si sentono più vicini alla tradizione britannica o americana . E poi è una questione di lingua e pronuncia .
C'è chi può permetterselo e chi no , io per esempio no .
Da quando hai la passione per la musica ?
Da sempre . Ci sono cresciuto . Mio fratello era il rocker di casa . Suonava la chitarra e ascoltava Doors , Rolling Stones , Bob Dylan ed io gli andavo dietro . Poi lui ha smesso ed io ho continuato .
Ci spieghi un po' cosa rappresenta essa e come è il vostro rapporto ?
Con la musica c'è un rapporto paritario . Do ut des .
Qualche volta litighiamo ma risolviamo tutto velocemente.
Quando hai capito che la musica era la tua strada, il tuo impiego ?
In realtà non so ancora se tuttora è la mia strada . Io suono e basta senza domandarmi cose .
Come e quando viene l ispirazione per scrivere un testo di una canzone ?
In qualsiasi momento . Ma certe volte non è neanche un'ispirazione ma un lavoro preciso e curato .
Cosa vuole esprimere l ultimo album " Troppo bassi per i podi " ?
Che una buona parte di noi non è adatta per le vittorie.
Progetti per il futuro. Qual e il tuo obiettivo ?
Suonare e cominciare a pensare al terzo disco .
Cosa si prova a cantare sopra il palco ?
Io molto spesso dolore alla schiena .
In molti ti accostano per il tuo fare musica a band del calibro di Brunori SAS e Dente. Per quali aspetti ti senti simile e diverso da loro ?
Non amo paragoni e accostamenti , non ne faccio mai .
Non mi sento simile , mi sento solo facente parte di una tradizione come lo sono loro e tanti altri .
Quali consigli daresti ad un adolescente che da grande vorrebbe fare il musicista?
Non portarti mai dietro la chitarra a Pasquetta e Ferragosto e rifiuta di suonare se te lo chiedono .
Cosa vuole esprimere la canzone " Carta da parati " ?
Celebrare una bellezza lontano da un contesto iper-industrializzato .
In molte tracce sembra presente un legame con l'arte .
Qual'è il rapporto con essa ?
Normale, ci salutiamo e qualche volta ci becchiamo per una birra .
Molto spesso nei testi si parla di storie precarie che alludono alla vicinanza dei più deboli , di chi ha difficoltà e problemi , sei cosi anche nella vita reale ?
Per certi versi sì, sono sempre stato legato a quelle idee artistiche impegnate, da quelle scritture urgenti anziché emergenti, dal pensiero e dai testi di Pasolini, Sciascia, Primo Levi, Garcia Marquez, dal Bob Dylan della protesta al De Andrè paladino degli ultimi .