Perché mi chiamo Brunori Sas , da dove viene in titolo Il Cammino di Santiago in taxi e perché sei in sovrappeso .
2.Cos’è per te la musica ?
Sicuramente questa è una domanda abbastanza complessa , dipende dai periodi .
In generale , da una parte quando scrivo è un modo per fissare delle cose , quindi anche per dire delle cose che nella vita non mi viene facile dire quindi un modo per comunicare qualcosa in un modo diverso dalla comunicazione verbale normale .
Per quanto riguarda invece l’ascolto è un modo per ampliare le mie vedute , sia da un punto di vista strettamente testuale quindi l’ascolto della musica in un contesto , sia da un livello musicale perché mi piace esplorare mondi diversi rispetto a quello che abito io e che magari ha a che fare con il mio modo di scrivere .
La musica stimola la mia curiosità la mia immaginazione , è un modo per andare fuori , per emozionarmi anche perché sono una persona molto pensosa e con la musica riesco a collegarmi anche alla mia parte emotiva .
3.Parlaci del tuo percorso artistico.
E’ stato un percorso artistico abbastanza sorprendente per me perché ho sempre suonato , ho sempre amato suonare però con un’ottica abbastanza defilata , mi piaceva suonare la chitarra poi mi sono appassionato alla computer music , anche alla registrazione ero più da uomo dietro le quinte , quindi anche i progetti precedenti a Brunori Sas mi hanno visto sempre in una veste non da frontman .
Poi ad un certo punto l’evento chiave , purtroppo , è stata la morte di mio padre però a livello artistico è stato un po’ il momento in cui ho capito che se volevo fare questa cosa nella vita , che era una cosa che mi lasciavo sempre come extra-time , lo dovevo fare in quel momento perché ero già vicino ai trent’anni e gli avvenimenti che hanno seguito alla morte di mio padre mi hanno stimolato alla scrittura molto più rispetto a prima , nella scrittura di testi in particolar modo .
Da lì è nato Brunori Sas che ha avuto in tempi abbastanza brevi un percorso abbastanza fortunato e siamo stati bravi , sono stato bravo a coltivare questa cosa , poi sono stato fortunato a trovare anche i ragazzi della band che prima non c’erano per lavorare insieme e andare in giro a suonare , che per un progetto che nasce indipendente è molto importante andare in giro a suonare , da lì tante cose belle e un pubblico che è cresciuto tanto negli ultimi tre anni e che ti permette di fare concerti anche con un bel pubblico un po’ in giro per tutta l’Italia .
4.Hai un particolare progetto a cui arrivare oppure un obbiettivo da raggiungere ?
Non ho un obbiettivo da raggiungere fissato .
Sicuramente c’è un modo che mi guida , di essere molto onesto su quello che scrivo rispetto a quello che mi sta capitando , a quello che sento e che mi diverte anche .
Da una parte quindi c’è un aspetto ludico dall’ altra tirare fuori delle cose che per un certo periodo mi rappresentino quindi quanto canto sentire che ci sono io dentro questa cosa qui , che lo faccio con un occhio rivolto verso di me , dal lato pubblico ho sempre amato come ascoltatore quelle proposte che avevano qualcosa da dirmi ma me lo sapevano dire in maniera abbastanza diretta quindi cerco di non complicare troppo quello che voglio dire anche perché non ho cose complesse da dire , quando scrivo mi rifaccio molto alla mia parte sentimentale , quindi penso sia importante essere abbastanza diretti .
5.Da Volume 1 che era un disco molto introspettivo e sentimentale a Volume 2 che è incentrato molto sulla realtà sui problemi che ci sono . Cosa è cambiato ?
Prima di tutto che mi è cambiata la vita , perché ho incominciato a fare il musicista quasi di professione e quindi ho incominciato a suonare ad andare in giro , a vedere tanta parte di mondo che prima mi immaginavo e basta e quindi in questo senso ho avuto la possibilità di ampliare il mio punto di vista e dall’ altra parte mi era sembrato in quel momento una scelta felice , quando ho scritto Volume 2 , quella di non rimare ancorato a quella che avevo fatto nel primo disco quindi cercare di fare una cosa legata al momento che stavo vivendo , in quel momento c’era poco di me che volevo raccontare e invece ho guardato un pochettino più fuori di me , ero più interessato a quello .
6. Fra i tre Volumi si nota una crescita artistica non indifferente. E’ data da un fatto professionale, quindi un’abitudine, oppure ad un cambiamento emotivo.
Sicuramente l’esercizio aiuta . Anche il fatto di avere più tempo a disposizione , più risorse .
Magari quando inizi , come è stato il primo disco , abbiamo fatto tante volte di necessità virtù , era un disco con poche risorse e anche un’abitudine diversa a suonare , alla registrazione .
Poi via via ti abitui di più e questo ti allarga la possibilità di fare delle cose ma anche di poterle immaginare prima quindi sai già come funziona lo studio , hai una band e quindi ti puoi immaginare gli arrangiamenti già in fase di composizione .
Abituarsi secondo me ad avere un obbiettivo o un’ audience , da una parte sapere che c’è qualcuno che ti ascolterà può essere una prigione , dall’ altra se la sai sfruttare bene ti aiuta a fare di più o a cercare di fare qualcosa che aggiunga un tassello a quello che hai già fatto .
7. Le copertine degli album , l’ordine delle canzoni all'interno dei tuoi cd hanno un certo significato oppure no ?
Non sono tanto ragionate , io parto sempre da che cosa secondo me possa colpire lo spettatore e da qualcosa che abbia anche un significato per me quindi cerco sempre di contemplare queste due posizioni .
Il primo disco aveva una copertina che secondo me era fantastica che era una foto di me da piccolo perché era un disco che aveva molto a che fare con il mio passato , un disco molto nostalgico .
Il secondo mi piaceva l’idea che fosse stato un disco più corale in cui si parlasse di una squadra e questa squadra esce in copertina ed è una squadra di poveri cristi , mi piace comunque a livello grafico una scelta che colpisca subito .
In questo terso disco la copertina doveva essere un omaggio alla location che era comunque la chiesa dove abbiamo registrato .
Non abbiamo trovato una foto che ci piacesse particolarmente , così abbiamo avuto questa bella idea , forse perché era anche il ponte fra questo e il primo disco , di mettere il mio faccione , di fare una cosa come si usa di solito nel Mainstream , di mettere sta faccia barbuta un po’ perplessa , è stata più una scelta estetica che legata ad una logica .
8.Qual’è la canzone simbolo di Volume 3 ?
" Arrivederci Tristezza " , perché come ho già detto , è la canzone che ha dato un po’ le coordinate al disco . L’ho messa d’ altronde come prima traccia perché come negli altri album la prima traccia da un po’ il senso del disco .
9. Da che nasce la canzone Kurt Cobain ?
E’ un pezzo che per me nasce in maniera molto rapida .
E’ nato dopo aver visto un documentario su Kurt Cobain che mi aveva stimolato delle riflessioni , in un periodo in cui pensavo molto a questa storia del personaggio pubblico del successo , cosa con cui io mi sono confrontato solo in minima parte , non è che ho questa popolarità che mi schiaccia , però era un argomento all’ interno di una serie di pensieri che erano legati anche agli altri pezzi del disco collegati al fatto che c’è sempre l’interrogarsi su cosa ti sta accadendo e come tante cose ti distraggono .
In questo senso quando fai un mestiere come il mio è molto facile che tu possa partire con un certo tipo intenzione e poi ti perdi per strada perché il contesto influenza tanto , questa è una cosa difficile da spiegare , perché per il mondo esterno uno che fa questo mestiere qua è uno che ha le idee chiare è uno che sa sempre cosa dire di intelligente , ha un’opinione o è sempre poetico , invece siamo esseri umani e molte volte il personaggio che ti attaccano le persone addosso non è proprio così comodo come si potrebbe pensare .
Ho utilizzato due personaggi così popolari che poi ci sono state un po’ di polemiche su questa cosa ma io sinceramente l’ho fatto con il massimo della buona fede .
Mi rendo conto che uno si può pure incazzare perché hai scomodato due grandi , è una tendenza che però quando fai questo mestiere ci devi stare , se no non lo fai o non scrivi più niente .
10. Tre tue canzoni che rappresentano le tre fasi che hai vissuto durante i tre album .
In Volume 1 -- Come stai ? .
In Volume 2 -- Fra milioni di stelle .
In Volume 3 -- Arrivederci tristezza .
11. Tre canzoni non tue che rappresentano le tre fasi dei tre album .
In Volume 1 , sicuramente mi ricordo il disco Illinois di Sufjan Stevens .
In Volume 2 , mi ricordo Come è profondo il mare di Dalla .
In Volume 3 , non ho ascoltato tantissimo sono più suggestioni che vengono dal mondo musicale però potremmo dire LCD Sound Sistem e Beck . Guero di Beck è stato un disco che ho ascoltato tanto ma non ci ritroverai niente di Beck in quello che faccio Aimè !
12. Un libro da leggere .
Un libro da leggere … " L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello " di Oliver Sacks .
Mi è piaciuto un libro di Francesco Piccolo " Il Desiderio di essere come Tutti " e mi è piaciuto anche un libro di un professore universitario di Cosenza che si chiama Nuccio Ordine . L'opera è intitolata " L’utilità dell’Inutile " .
13. Latte, Caffè o Thè ?
Capuccino .
14. Prima cosa che fai quando ti svegli ?
Prima cosa che faccio quando mi sveglio , tolti i bisogni fisiologici , mi bevo il mio buon cappuccino .