Angelo Violante in arte Borghese
- Ho scelto quei tre pezzi ad istinto, facendo una scelta a naso su una serie di canzoni che si prestavano ad essere stravolte senza essere violentate nella sostanza. Ci interessava dimostrare a noi stessi che una bella canzone rimane tale anche se cambia vestito, esattamente come una bella donna. Il titolo dell'ep è stato scelto con chiaro intento provocatorio, si rivolge beffardamente a tutti quelli (e sono moltissimi, soprattutto nelle porzioni più acculturate musicalmente del pubblico) che considerano la musica un territorio reazionario, in cui certi capisaldi non è mani un bene toccarle. Io invece suono e scrivo musica proprio per abbattere dogmi e fondamentalmente per fare quello che più mi piace, fregandomene di chi ascolta. Se la mia produzione piace, bene. Se non piace, bene lo stesso.
2- Nonostante siano delle cover è assurdo come tu sia riuscito a mantenere il tuo stesso sound all'interno di questi tre brani forse lontani dai temi che tratti nei tuoi brani . Che ne pensi? Ti ritrovi un po' in questo nostro pensiero?
- La difficoltà di affrontare una cover (e da questa idea siamo partiti per la registrazione di un intero ep di cover) sta proprio nel manifestare la personalità musicale di chi la reinterpreta senza rendere stucchevole l'operazione. E' un filo molto traballante su cui devi camminare e non è per nulla scontato che il tentativo riesca,per certi versi è più difficile affrontare una cover che un pezzo tuo. Per questo penso che quello che ci avete detto sia un gran complimento.
3- Sperando che ormai non sia diventato un cliché chiedertelo ma perché proprio BORGHESE?
- In breve: la parola borghese oggi non significa più nulla, siamo tutti destinati in occidente ad un futuro meno roseo di quello che aspettava i nostri genitori. Siamo la generazione senza futuro e mi sembrava figa l'idea di prendere per un nome d'arte una parola il cui svuotamento di significato (rispetto a centinaia di anni di lotte di pensiero in merito) rappresenta il sintomo del malessere di un intero tempo.
4- “Come as you are” è la cover che più personalmente ho prediletto un po' anche per le sonorità contrastanti scelte per la canzone e per la voce sulla basa di Kurt Cobain. Come è nata la decisione di strutturare il pezzo in questo determinato modo?
- La cover dei Nirvana in realtà è stata inserita in una compilation tributo in occasione del ventennale della morte di Kurt Cobain. Dovendomi confrontare con un mostro così sacro ho scelto l'unica strada che mi sembrava praticabile: prendere testo e linea melodica e utilizzarli come se fosse un provino mio, riscrivendolo da capo e cercando di resettare nella mia testa la versione originale. Senza dubbio un azzardo, senza dubbio un lavoro immensamente stimolante, durato solo una notte.
5- Dato che il passato non è più necessario , come credi che le generazioni future debbano migliorarsi ? Cioè lasciare le nuove generazioni senza una sorta di guida che ha già vissuto la vita , potrebbe portare queste new-generation “allo sbando “ ovvero alla perdizione del buon modo di fare musica e di fare BUONA musica. Cosa ne pensi?
- Secondo il mio punto di vista dovrebbero fare tutti come ho fatto io con "Come as you are". Tutti dovrebbero prendere la sostanza del passato, l'ossatura sostanziale di ogni cosa sia già stata fatta e poi dovrebbero riscriverla, scordandosi completamente della versione originale. Questo vale nella musica ma in senso più largo anche per le tematiche sociali e politiche: si dovrebbe ricostruire sulle macerie lasciando solo le fondamenta rimaste in piedi. Tanto prima o poi con le macerie ci troveremo lo stesso a scontrarci, il nostro tempo è un piano inclinato irreversibile: la scelta è se aspettare il crollo o demolire mentalmente prima e costruire più velocemente e liberamente.
6- Nonostante sia un EP da 3 pezzi , dietro a tutta la produzione vediamo un innumerevole lista di persone che vi hanno preso parte . Credi che lavorare con un “equipe” numerosa giovi o danneggi alla produzione di un ep? Inoltre come contribuiscono gli altri componenti del progetto alla realizzazione di questo cd? Tendono solo ad eseguire quello che magari ti sei già proiettato prima di entrare in studio o interagiscono apportando migliori ecc.?
- Oramai facciamo un lavoro da band vera e proprio più che da progetto cantautorale; il mio parere conta solo all'inizio e alla fine della produzione. Nel mezzo ogni scelta è concordata e mediata dalle sensibilità di tutti. In più oltre alla band, in questo disco hanno suonato Matteo dei Nadàr Solo, Giorgio Baldi (Max Gazzè) e Gianluca Lusi ai fiati in "Ma che freddo fa": collaborazioni esterne che hanno apportato la loro personalità musicale e hanno spostato il tiro degli arrangiamenti in maniera positiva e stimolante.
7- Quando hai riscritto il celebre brano “Bella Ciao”, che messaggio volevi trasmettere?
- Non l'ho riscritto: ho solo preso le prime 5 note del ritornello e ho parlato (già nel 2013) di quello ora che sta succedendo politicamente in Italia: Renzi parla come Berlusconi e fa le stesse cose di Berlusconi con il favore di tutta l'opinione pubblica e di quasi tutta la sinistra buona per ventanni solo ad opporsi formalmente. L'unica differenza è solo che Renzi non va a mignotte. Il risultato però è lo stesso: le macerie. E quindi il testo pone la domanda: per un ventenne oggi in Italia, l'unica Liberazione possibile è la fuga?
8- Nel Maggio del 2013 usciva “L'educazione delle Rockstar”, tuo album d'esordio. Credi che nel tuo prossimo album ci dovremmo aspettare dei temi diversi, qualche strumento in più o comunque rimarrai sempre in linea con il te stesso di oggi?
- L'unica grossa novità sarà che abbandonerò la maschera e agirò a volto scoperto .