INTERVISTA AD ENZO MORETTO DEGLI A TOYS ORCHESTRA
INFO BAND
Enzo Moretto (Voce,chitarre,piano,synth),
Ilaria D'Angelis (voce,synth,piano,chitarra,basso)
Raffaele Benevento (basso,chitarre),
Julian Barrett (piano synth chitarre e basso)
Andrea Perillo (Batteria)
DISCOGRAFIA:
2001 Fridge records- ”JOB” distro Audioglobe
2004 URTOVOX rec “CUCKOO BOOHOO” distro Audioglobe
2007 URTOVOX rec “TECHNICOLOR DREAMS” distro Audioglobe
2010 URTOVOX rec “MIDNIGHT TALKS distro Audioglobe
2011 URTOVOX/ALA BIANCA ”RITA LIN SONGS” distro Itunes et similari
2011 URTOVOX/ALA BIANCA ” MIDNIGHT (R)EVOLUTION distro WARNER MUSIC
2014 URTOVOX/ALA Bianca ”BUTTERFLY EFFECT” distro Audioglobe
Contatti:
-A Toys Orchestra
sito: www.atoysorchestra.it
facebook: http://www.facebook.com/atoysorchestra
INTERVISTA
In verità alcune cominciano a farmi antipatia quando mi vengono fatte, ma poi hanno tutte un motivo per farmele. Diciamola così: finchè c'è un'intervista non mi lamento.
Poi ok, è vero che quando incominciano a domandarci “perchè non cantate in Italiano?” un po' mi scoccia, e magari era anche nelle tue domande, no?
* ride *
Comunque diciamo che mi scoccia perchè dopo sei dischi e dodici anni di tour, insomma domandare ancora perchè non si canta in Italiano è un po' come quando uno ha la ragazza mora e le dice “ti adoro così come sei, però se avessi i capelli biondi e gli occhi azzurri ...”, diventa un po' strano ecco.
Però insomma anche quando mi chiedon quello va benissimo, ho la mia risposta.
Nei vostri cd c'è stata una notevole evoluzione del vostro sound. A cosa è dovuto questo cambiamento?
E' un po' quello che abbiamo scelto come costante.
Non abbiamo mai voluto appoggiarci a quello che è un genere o alla catalogazione, abbiamo sempre voluto muoverci e spostarci, abbiamo paura delle piaghe da decubito.
Ogni volta che dobbiamo metter su un nuovo lavoro, c'è lo stimolo di rigenerarsi e di mettersi in gioco; questa è una cosa che facciamo con grande umiltà e non con presunzione, però ne abbiamo assolutamente bisogno. Dobbiamo ogni volta ricominciare per forza da capo perchè è un'esigenza fortissima per noi.
Dal 1998 al 2015 cosa è veramente cambiato negli A Toys Orchestra e cosa invece è rimasto uguale e non cambierà mai?
Son cambiati gli anni: siam più vecchi ma veramente non riesco a notare quella linea che fa da confine tra passato, presente e futuro. Vedo forse anche questa costante crescita, di cui ti parlavo prima, e quindi non sento che siamo arrivati da nessuna parte, perchè non riesco a percepire il passare del tempo.
Con il passare dei dischi, dei tour e dei riconoscimenti si prende una certa consapevolezza dei traguardi che si son appunto raggiunti, però personalmente non riesco a trovare una grande differenza da quando suonavamo nel pub ad oggi, se non più oggettivamente a quello che è più concreto: un pubblico più vasto, una situazione più strutturata, anche se quello che è dentro di noi è rimasto totalmente invariato.
Non ci sentiamo arrivati da nessuna parte e sappiamo che davanti a noi vogliamo avere una strada ancora lunga da percorrere, per cui … non so!
Come viene scelta la strumentazione usata all'interno della vostra band?
Ecco, questa è un po' la particolarità dei Toys, no?
Avrai visto che dal vivo nessuno suona un solo strumento, nessuno è uno strumentista.
Non lo facciamo per fare spettacolarizzazione, più che altro anche quando stiamo in sala prova ci ritroviamo a suonar più strumenti ognuno di noi e forse sarà anche l'Orchestra all'interno del nostro nome a permetterci ciò. Vorremmo avere tanta roba da suonare con noi sul palco, ma siamo in pochi quattro o cinque a smazzarcela per cui molte volte capita che qualcuno si debba cimentare in un ruolo differente da quello che era in origine.
Io ti potrei dire che sono un chitarrista, ma poi sei dischi li ho scritti tutti quanti al pianoforte, è quindi quella che è un po' la nostra natura, di spostarci, di muoverci e di non trovare una collocazione ben precisa anche perchè non ne abbiamo bisogno realmente, non abbiamo bisogno di una formazione accademico-scolastica dello strumento, piuttosto preferiamo costruire delle canzoni senza il bisogno di dover essere didattici su di uno strumento, piuttosto direi ispirati.
Quindi, ritornando alla domanda, la scelta della stumentazione è dovuta al caso perchè se in un determinato momento mi sento che mi devo sedere al piano o al synth invece che suonare la chitarra, lo faccio tranquillamente.
Non ne sono veramente sicuro ma forse è un po' tutto quello che ci siamo detti fino ad ora: forse il non mai collocarsi in alcun area, quindi il non aver fatto mai parte di nessuna scena precisa ed anche l'utilizzo dell'inglese, che abbiamo sempre pensato che non era una pantomima, perchè è vero noi siamo Italiani ed ancor più noi siamo gente del Sud, veniamo dalla Campania, tuttavia è anche vero che essendo Italiani facciamo parte dell'Europa e possiamo avvantaggiarci di un'idioma che è l'Inglese ed è di tutti.
La nostra ottica è sempre stata quella di arrivare a più gente possibile, non creare dei microcosmi, piuttosto quantomeno immaginare qualcosa di più grosso.
Forse quest'ultimo è stato il fattore che ha fatto apprezzare i Toys anche fuori dall'Italia.
Stiamo ancora costruendo tanto, stiamo ancora muovendo dei passi piccolissimi qui in Italia, quindi figurati all'estero, però è fondamentale non circoscriversi in nessun recinto, in nessuna barriera ed è forse quello che si percepisce e fa si che i Toys si possano muovere benissimo sia all'interno di quello che è il loro territorio, l'Italia, ma anche fuori.
Quali possono essere i pro ed i contro di essere famosi all'interno del vostro circuito musicale italiano ed estero?
Non lo so, perchè la percezione dell'essere famosi non è così chiara.
Noi Toys abbiamo avuto un percorso diverso da quello che avviene generalmente oggi.
Non siamo passati dalla cantina al grande palco, quello che voglio dire è che siamo stati fortunati, anche se oggettivamente non è così che la si considera, perchè è stato un lungo percorso graduale, non siamo usciti dalla cantina con subito un grande audience per noi, piuttosto ce lo siamo conquistati un po' alla volta. Questo ha fatto si che quella che io metterei tra molte virgolette è “la fama degli A Toys Orchestra”, è cresciuta insieme a noi e l'abbiamo benissimo metabolizzata senza alcun grande schock particolare.
Quindi non saprei effettivamente quali sono i vantaggi e gli svantaggi.
Quanto è stata dura crescere il vostro progetto, cantato in inglese, agli inizi degli A Toys Orchestra, nella città in cui tutto è nato?
Noi nasciamo nella provincia del Sud, quindi immagina un po' quello che significa proporsi veramente fuori da ogni schema, no ?
Però è nato in maniera così naturale, così banale che i Toys son nati un po' come nascono tutti, facendo il primo gruppetto di Cover Band e noi, all'epoca, avendo vissuto gli anni novanta per un fatto generazionale eravamo molto affezionati a quello che era il ciclone che veniva dall'America di quegli anni e tutto quello che è successo dopo il grunge, perchè i Toys sono chiaramente una band Grunge, ma siam partiti da lì per poi accrescerci con tutto quello che è uscito dopo e che ci influenzava veramente. E' stato molto naturale affezionarci a quel tipo di musica, tuttavia non nascondo che sono così ignorante nella musica italiana, non per un fatto di snobbismo puro, anche perchè io apprezzo molto alcune situazioni italiane come i Verdena e tante altre realtà che cantano in Italiano, ma non mi è mai piaciuto particolarmente accostare alla nostra musica, la lingua italiana … forse perchè questa è una mancanza di capacità, non so, quindi è ovvio che dei limiti e delle difficoltà ci siano stati, perchè proporsi ad un livello in un posto come band con propensione internazionale in un luogo dove la lingua madre è tutt'altra, comunque ti implica delle difficoltà ma allo stesso tempo ha fatto si che noi avessimo un percorso tutto nostro ed indipendente da tante altre scene che nascono e muoiono, ed a riguardo mi sento di aggiungere con fierezza che abbiamo fatto il nostro percorso quasi da pirati senza partecipare a nessuna flotta e questo è stato solo un vantaggio per noi, perchè sono più di quindici anni che ci stiamo e quindi..
Per concludere: quali sono i vostri progetti per il futuro?
Allora, diciamo che il futuro mi piacerebbe vederlo sempre molto vicino, nel senso che mi piace pensare a domani massimo dopodomani, senza pianificare e preconfezionarmi quello che mi dovrà succedere, perchè preferisco essere concentrato sull'oggi, sul domani ma non andare troppo avanti nel tempo per evitare di togliere energie a quello che è il momento che stiamo vivendo e quindi forse il vero progetto del futuro per adesso è quello di portare in giro questo disco e questa tournée, ma è anche ovvio che dietro le quinte stia lavorando ad un nuovo disco, scrivendo nuove canzoni anche se è veramente presto parlarne o chissà, domani ci metteremo in sala prove.
Preferisco vedere il futuro, sempre, con piacere con un grosso punto interrogativo perchè non ho bisogno di dovermi immaginare il mio futuro come qualcosa di già scritto giacchè mi sta stretto e mi fa paura, mi fa paura e mi terrorizza persino aver qualcosa davanti a me di già delineato e dunque preferisco viverlo come un'incognita in maniera molto felice.